Ormai il Comitato Olimpico Internazionale non si nasconde più. Le Olimpiadi di Tokyo, originariamente in programma per l’estate del 2020 e già spostate nel 2021, avranno luogo tra poco più di un anno soltanto se si potrà consentire la presenza del pubblico. In caso contrario, la cancellazione definitiva di Tokyo 2021 potrebbe diventare l’ipotesi più probabile. Sull’insostenibilità dei Giochi a porte chiuse, le posizioni sono ormai definite. La pensa così il numero uno del Cio, Thomas Bach, che lo ha ribadito in una recente intervista all’inglese Bbc. E a quanto pare è dello stesso avviso pure il numero uno del comitato organizzatore nipponico, Yoshiro Mori, che su diversi media del suo paese ha lasciato intendere che lo spettro dell’annullamento dei Giochi di Tokyo 2021 è tutt’altro che scongiurato.
Eppure, il Giappone è tra i pochi paesi che ha chiuso lo stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale. Il premier Shinzo Abe ha messo fine al blocco delle attività economiche e ai i limiti alla circolazione che, fino a tre giorni fa, erano ancora in vigore a Tokyo e nelle altre prefetture di Chiba, Kanagawa e Saitama. Tutti distretti basilari per il Pil giapponese. Dunque, allo stato attuale non è certo il paese ospitante il problema in ottica Olimpiadi. Però permane il divieto per cittadini di oltre 130 paesi di approdare sull’arcipelago nipponico. Tutti sanno quanto sono rigide le regole del Cio: nell’estate del 2021 basterebbe lo stop anche a un solo atleta di qualsivoglia paese per mandare tutto all’aria.
Una decisione, dunque, verrà giocoforza presa entro l’autunno. Il Cio ha già lanciato diversi segnali in tal senso. L’aggravio di spese dovuto al rinvio, in base alle stime fatte in queste settimane, potrebbe superare i sette miliardi di dollari. Un esborso abnorme, visto che tenere ancora in vita la mastodontica macchina organizzativa di Tokyo 2021, tra contratti dei lavoratori, di servizio e di locazione, costerebbe la bellezza di 20 milioni di dollari circa al giorno. Per tale motivo, sarebbe insostenibile una rassegna olimpica senza pubblico.
Per tutte queste ragioni, il Cio non si prenderà altro tempo. Se per ottobre-novembre il Covid-19 non avrà allentato la sua morsa su scala globale, è probabile che si decisa per la cancellazione di Tokyo 2021. Altri rinvii sono categoricamente esclusi. Anche perché c’è un fattore squisitamente sportivo: molti atleti hanno stravolto le loro road map di preparazione, e alcuni hanno addirittura posticipato la fine della propria carriera per chiudere con i Giochi Olimpici nipponici. Inoltre, sarebbe impensabile trovare altre date, e stravolgere così i calendari delle singole federazioni anche nel 2021. Il filo è sottilissimo, e soltanto tra pochi mesi capiremo se si spezzerà o meno.
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