Tokyo 2020, Mori lascia: dimissioni ufficiali dopo le frasi sessiste

Le voci che arrivavano dai media nipponici già da diverse ore hanno trovato conferma nella giornata di venerdì, nel corso della riunione straordinaria del Consiglio direttivo di Tokyo 2020: Yoshiro Mori si è dimesso dal ruolo di presidente del Comitato olimpico giapponese (JOC) a seguito delle polemiche scatenate da alcune frasi inopportune riguardo alla possibilità di ampliare a un maggior numero di donne lo stesso direttivo.

Mori, 83 anni, avrebbe indicato come suo successore il quasi coetaneo Saburo Kawabuchi, 84enne ex presidente della federcalcio nipponica. Quest’ultimo, però, ha rifiutato la nomina. Secondo The Japan Times il Comitato potrebbe dare un ulteriore segnale di cambiamento affidando il ruolo a una donna. Tra i papabili c’è infatti Seiko Hashimoto, ex pattinatrice e ciclista, attualmente ministra per i Giochi Olimpici e Paralimpici.

Yoshiro Mori, le frasi incriminate

L’ormai ex presidente del JOC aveva scatenato un’ondata di critiche durante un’assemblea del Comitato svoltasi o scorso 3 febbraio. In tale occasione, si era augurato che il consiglio direttivo dei Giochi in programma la prossima estate (dopo il rinvio dello scorso anno a causa del la pandemia di coronavirus) non aumentasse al suo interno la presenza femminile.

“Le riunioni cui partecipano troppe donne in genere vanno avanti più del necessario. Se una di loro alza la mano per intervenire, le altre si sentono obbligate a rispondere. Si finisce che tutte quante si ritrovano a partecipare aveva detto Mori, lasciando interdetti i presenti –. Mi hanno riferito che se incrementiamo la percentuale di donne nel board dobbiamo contenere la durata dei loro interventi, altrimenti non si fermano a parlare. La questione diventa problematica”.

Dal terremoto mediatico ai rischi per l’organizzazione di Tokyo 2020

I tentativi di scuse da parte del dirigente (che fu anche primo ministro del Giappone, dall’aprile 2000 per i dodici mesi successivi), che aveva dichiarato di essere stato frainteso, avevano ulteriormente indispettito l’opinione pubblica e gli sponsor della rassegna a Cinque Cerchi.

Oltre 500 volontari si erano rifiutati di proseguire la loro attività di organizzazione, tre tedofori avevano pubblicamente rinunciato al loro ruolo nella ‘staffetta’ che porterà la torcia allo Stadio Olimpico di Tokyo. Diverse aziende che sostengono l’evento avevano infine minacciato lo stop alla collaborazione in caso di mancate dimissioni. Con le dimissioni di Mori, il JOC spera di mettersi alle spalle la polemica a pochissimi mesi dall’inizio dei Giochi.

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