Stadi riaperti da domenica 20 settembre per tutte le partite di serie A, per un massimo di ingressi di mille persone sugli spalti. È quanto stabilito, secondo quanto si è appreso, durante un incontro organizzato dal ministro Francesco Boccia, che ha convocato il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, in presenza dei ministri Speranza e Spadafora. Ma si lavora anche, da qui al 7 ottobre, per dare un contributo condiviso tra governo e regioni in vista del prossimo dpcm, anche in base alle valutazioni di Salute e Cts della curva epidemiologica, per definire una percentuale di ingresso che tenga conto della capienza degli impianti per ogni disciplina sportiva.
Il Veneto aveva riaperto stadi e palasport: al massimo 1.000 spettatori negli impianti all’aperto e 700 in quelli al chiuso, nei quali sia possibile la preassegnazione dei posti a sedere. Ma il “fai da te” delle Regioni aveva indotto il ministro Francesco Boccia a convocare un vertice urgente con i presidenti e con il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, e quello della Salute, Roberto Speranza. L’obiettivo era quello evitare fughe in avanti e trovare regole condivise.
L’ordinanza che aveva riaperto gli stadi al pubblico in Veneto, prima della decisione del governo
In Veneto gli spettatori dovranno indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento, se al chiuso; all’aperto la mascherina andrà indossata dall’ingresso fino al raggiungimento del posto e ogni volta ci si allontani, incluso il momento del deflusso. L’ordinanza inoltre indica “l’utilizzo di tecnologie digitali” per automatizzare l’organizzazione degli ingressi, evitare “prevedibili assembramenti” e per consentire la registrazione degli spettatori; impone varchi per l’accesso del pubblico per evitare assembramenti nel momento del controllo temperatura e biglietti. Sarà vietato l’ingresso di striscioni e bandiere.
Dal Pino: “Il calcio merita rispetto”
“Non mi piace dirlo, ma lo devo fare a voce alta: il calcio merita rispetto, bisogna pianificare le cose dialogando”. così il presidente della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, a Radio DeeJay, ha commentato la miniapertura degli eventi sportivi al pubblico decisa ieri. “A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in totale sicurezza, nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso”, ha detto Dal Pino.
“Il Cts fa enormi sforzi per occuparsi del paese, siamo grati a loro per quello che stanno facendo. Ma rispetto al nostro ministero dello sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere. Il calcio”, ha aggiunto il presidente della Lega di Serie A, “rappresenta una delle più grandi industrie italiane, con un grande gettito tributario e previdenziale, dà lavoro a 300mila persone fra diretto e indiretto, e rappresenta un fenomeno sociale importante”.