C’è riuscito, lo Stelvio, a salvare il Giro 2020. Dopo la frazione al valium di Madonna di Campiglio, il gigante delle Alpi Retiche ha ridato alla corsa rosa quel pepe che in questa edizione ha scarseggiato, fatte salve quella dell’Etna e poche altre tappe. Ieri abbiamo assistito ad una sorta di partita a scacchi, sulle rampe del versante altoatesino del passo. Con vinti, vincitori e pseudo-tali. Cominciamo dai vinti, e cioè da Joao Almeida (voto 7, per l’orgoglio). Il lusitano ieri ha iniziato a cedere il passo quando ancora il gruppo dei migliori era nella parte dei tornanti con la vegetazione, a circa 15 km dalla vetta. Dopo due settimane piene in maglia rosa, i suoi sogni si sono spenti sulle rampe verso la cima Coppi. E’ arrivato al traguardo con dignità: può giocarsi tranquillamente un posto in top 5. A 22 anni, il suo resta comunque un Giro “deluxe”.
A scortare il virgulto verso i laghi di Cancano, attardato e con la bandiera bianca sul manubrio, c’era invece il veterano dei big del Giro. Vincenzo Nibali (voto 7 anche per lui) non ha potuto regalarci l’ennesimo miracolo della sua sfolgorante carriera. Contro l’effervescenza di questa orda di under 25 che sta cannibalizzando i grandi Giri, si è dovuto arrendere. In verità, sin dalla crono di Palermo non ha mai trovato il ritmo che sperava. Vuoi per la stagione strana, vuoi per le poche corse nelle gambe, a 36 anni gli è venuta meno quella capacità di recupero che è stata il leit motiv dei suoi successi. “Vanno più forte di me questi ragazzi, c’è poco da fare”. Parole da grandissimo, anche nella resa. Arrivati a questo punto, è probabile che la prossima possa essere la sua ultima stagione da pro. Di certo, se continuerà a correre, dovrà ripensare i suoi obiettivi, e magari puntare a classiche o vittorie parziali. L’intera Italia, che soffre l’assoluto vuoto di uomini da classifica per le corse a tappe, deve comunque sfilarsi il cappello al Giro di fronte a questo fior di campione.
E veniamo invece ai primi della classe di questo Giro 2020. Nel far subito sbrigativa selezione, lo Stelvio ha lasciato davanti due coppie. Nella sfida a coppie tra Ineos (voto 9) e Sunweb (voto 8, ma con riserva. Anzi: tante riserve), difficile capire chi ha vinto per davvero. Se la guardiamo circoscritta a ieri, per gli olandesi è stata un successone: tappa a Hindley (voto 10, sentiremo parlare tanto in futuro di lui) e rosa a Kelderman (voto 7,5: da solo a lungo, bravo a evitare la deriva). L’impressione è che cercando l’en plein ieri, la Sunweb abbia tenuto tremendamente aperti i giochi per la rosa finale. Ancora oggi ci sono due correnti di pensiero: chi sostiene che si siano mossi bene, chi invece ritiene (e continua a essere la lettura più sensata) che in cima allo Stelvio Hindley andasse fermato. Insomma, in casa Sunweb si è badato molto all’uovo oggi e poco alla gallina domani. Se Kelderman avesse potuto contare su Hindley nella discesa dello Stelvio, nei 3 km di pianura e nella salita verso il traguardo, ieri sera sarebbe potuto andare a letto con un minuto, forse anche un minuto e mezzo di vantaggio su “Geo” Hart. Considerando che dei primi della classe è il migliore a cronometro, avrebbe ipotecato la rosa finale. Le cose però sono andate diversamente. Che tipo di sangue scorra tra lui e Hindley, non si è capito. Che rapporti abbia con lo staff Sunweb, team che lascerà tra un mese per approdare alla Bora, non è chiaro. Diciamo che tatticamente si sono di nuovo mossi in modo stravagante. Ieri hanno avuto ragione su tutta la linea. Sabato al Sestriere vedremo.
Per la Ineos, ieri abbiamo assistito a un Dennis formato scooterone (voto 2758, come i metri di altitudine della cima Coppi che ha conquistato). L’australiano ha tenuto delle andature vertiginose, tanto sullo Stelvio, tanto dopo. E ha letteralmente lanciato Tao Geoghegan Hart alla rampa verso i laghi artificiali di Cancano. E veniamo al britannico (voto 10). L’unico suo errore, se vogliamo spaccare il capello in quattro, è stato quello di stranirsi per i mancati cambi di Hindley. L’australiano, con la maglia rosa virtuale in squadra poco dietro, ha fatto ciò che doveva. Per il resto, è lì a una manciata di secondi dalla maglia rosa. E con la squadra poderosa che si ritrova, al Sestriere potrà attaccare Kelderman a piacimento. Piccolo particolare: nei 15 km a cronometro di Milano, può rifilare anche un minuto abbondante a Hindley. Quindi farà tutta la corsa su Kelderman sabato: nei fatti, ora il favorito per la vittoria finale al Giro pare proprio lui.
Tra gli altri, onore delle armi a Pozzovivo (voto 7), sprofondato fuori dalla top ten. Mentre gran tappa per Bilbao (voto 9, ora è quarto) e per Fulgsang (voto 7). Oggi frazione lunghissima, sotto probabili piogge e tutta piatta. La Groupama riuscirà a tenere cucita la corsa per il quinto sigillo di Demare? Difficilissimo.
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