L’arrivo di Piancavallo, fra i tanti cari a Marco Pantani, ha dato più di un verdetto sul Giro d’Italia 2020 che ha chiuso la seconda settimana di corsa. La salita friulana ci ha detto che Joao Almeida (voto 8), sulle montagne mortifere che attendono il gruppo da mercoledì, la maglia rosa la potrà perdere. Il lusitano però ha attributi e intelligenza tattica da vendere: ieri ha corso da veteranissimo, non si è messo ha fare l’eroe di fronte al forcing della Sunweb e ha conservato la maglia con merito.
Non è battuto in partenza, in chiave vittoria finale: ricordiamo che la crono di Milano gli è favorevole. Comunque vada, se terrà la rosa anche a San Daniele del Friuli, sarà l’esordiente con più giorni filati da leader davanti a un certo Eddy Merckx (che però il Giro d’esordio lo vinse).
La dura tappa di ieri ha poi consacrato la forza eccezionale del Team Ineos, al quinto successo in questo Giro d’Italia. Tao Geoghegan Hart (voto 25, come i suoi anni), è il degnissimo capitano di riserva della corazzata britannica dopo il ko di Geraint Thomas. Ieri ha tenuto un passo scoppiettante, ha vinto la tappa con agio nel sandwich tra il duo della Sunweb, e ora si ritrova quarto nella generale a poco meno di 3’ dalla vetta. Almeno un posto sul podio se lo giocherà fino alla fine, ed è talmente in forma che può puntare pure al colpaccio gobbo.
Ed eccoci, appunto, alla Sunweb. La squadra olandese corre da padrona ormai. Wilco Kelderman (voto 9) ieri non ha preso la maglia rosa per pochi secondi, ma poco male: lascia così il pallino della gestione della corsa ad Almeida, e può preservarsi per lanciare l’affondo definitivo già mercoledì a Madonna di Campiglio. In squadra però ha un braccio destro che ieri si è rivelato un’iradiddio. Jai Hindley (voto 10), il 24enne australiano portato in Italia a farsi le ossa, a tratti è parso più brillante persino dello stesso Kelderman. Sull’ascesa finale è riuscito a tenere un ritmo fantasmagorico. Con un luogotenente così, Kelderman parte con un vantaggio sesquipedale in vista dell’ultima sfiancante settimana. Occhio però: sul podio questi due signori potrebbero finirci entrambi. Straordinari.
E veniamo ai dolori di casa nostra. Ieri pomeriggio, a tappa appena conclusa, c’è stata una vampata di commenti poco generosi nei confronti di Vincenzo Nibali (voto 5 per la prova, 8 per la tigna). Specie sui social network, le critiche nei confronti del messinese sono state pungenti e copiose. In molti casi sin troppo ingenerose. Ok, a 36 anni allo Squalo difficilmente potrà riuscire una rimonta finale sulla falsariga di quella del Giro 2016. In questo 2020 ha corso spesso bene e d’astuzia, ma la gamba dei tempi migliori non si è mai vista, obiettivamente. Il lento annaspare di ieri ha fatto il paio con la difficoltà dello stesso Nibali a fare velocità sabato durante la cronometro.
Nibali va solo ringraziato: alla sua età, comunque, è ancora lì a giocarsi almeno un posto sul podio. Come ha detto lui stesso, ha valori buoni ma c’è chi ha più birra di lui. Comunque finirà questo Giro, merita solo una cinquantina di minuti di applausi per come ancora si sbatte per giocarsi le sue carte. Lo stesso grazie va dato a Domenico Pozzovivo (prestazione da 5 pure la sua ieri). Il lucano ci aveva fatto presagire ben altro brio sulle montagne. Ieri è apparso spompato: forse anche gli acciacchi che si è portato dietro dal Tour stanno presentando il conto. Avrà esagerato con i forcing i giorni scorsi? Avrà forse pagato il grande sforzo della crono di sabato? Difficile dare una spiegazione. Ieri è andato male, ma a quasi 38 anni di fronte a lui c’è solo da sfilarsi il cappello.
Fuglsang e Bilbao ieri hanno ceduto (voto 5 a tutti e due). Nei giorni prossimi possono diventare i due che accenderanno la miccia. Soprattutto il danese, di certo tenterà il numero da lontano: o la va o la spacca. È invece lì guardingo e sornione Rafal Majka (voto 8). Il polacco sta correndo con intelligenza e sta crescendo. Su salite lunghe e toste come le tante che si susseguiranno da mercoledì, può diventare una brutta bestia. È parecchio che gira, e sa come si fa. Attenzione.
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