Allora: per ora si tratta solo di voci e chiacchiere da bar. Quindi non fasciamoci la testa, prima di averla sbattuta sul muro. Il Covid-19, però, è per tutti una terra straniera: i contagi aumentano, le paure pure, e non si sa cosa diventerà la nostra vita quotidiana da qui a due settimane. Sul prosieguo del Giro d’Italia, inutile nasconderlo, questa spada di Damocle c’è: i brusii su un’interruzione anticipata della Corsa Rosa, magari ‘troncando’ il numero delle tappe, hanno fatto per la prima volta capolino ieri in carovana.
A far da grancassa, lo stop definitivo alla Parigi-Roubaix: in programma il 25 ottobre, proprio nel giorno in cui il Giro dovrebbe chiudere i battenti, la regina delle classiche del pavé è stata cancellata dalla Aso, la società che organizza le corse transalpine. Non senza travaglio: lo stesso Vegni, grande factotum del Giro, ieri ha espresso solidarietà ai suoi omologhi francesi.
Una cosa è certa: se il Giro dovesse interrompersi prima, magari con un programma monco rispetto ai tapponi alpini e alla crono finale di Milano, allora molto meglio non assegnarla, la maglia rosa 2020. Italiana o no, sarebbe comunque una vittoria mutilata, ‘dannunzianamente’ parlando.
Veniamo invece alla corsa vera: Arnaud Demare (voto 13, come le sue vittorie quest’anno) negli sprint non è avvicinabile da nessuno in questo momento. L’alfiere della Groupama ieri ha agguantato il tris con un altro numero regale: ancora una volta Peter Sagan (voto 8: ci prova sempre), non è riuscito nel tentativo di passarlo.
Ad aiutare il velocista della Piccardia, qualche pasticcio di troppo di Ballerini (voto 5,5) e del suo team, sincronizzati male quando era il momento di quagliare. Tutto il resto, però, è mera cronaca di sottofondo: Demare può vincere con agio anche oggi a Vieste, per un poker settimanale niente male, che oltretutto gli farebbe anche ipotecare in via definitiva la maglia ciclamino.
Tra i big, invece, giornata da fiatone ieri, complice il vento, ma anche il frazionamento del gruppo in più di un frangente. A Fulgsang (voto 6) è toccato tribolare e non poco, a Yates (voto 5) peggio ancora, a Vanhoucke (voto 4), invece, la giornata di ieri è costata in termini di energie quanto una tappa con quattro-cinque colli di prima categoria. Al contrario, Almeida (voto 8) prosegue calmo e placido il suo cammino in rosa.
Menzione d’onore per il nostrano Frapporti, il belga De Gendt e lo svizzero Pellaud: in fuga ci sono quasi sempre loro, e meritano tutti un bel 10 per il Giro che stanno disputando. Oggi tappa con ampi tratti nervosi prima di arrivare a Vieste: volata probabile, non del tutto scontata.
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