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SPORT

Spunti Rosa: al Giro si balla il Sanjuanito. Tra i big domina la paura

Il Sanjuanito è la danza popolare più nota dell’Ecuador, e da un paio d’anni a questa parte nel ciclismo professionistico si balla sempre più spesso. Il successo di Richard Carapaz al Giro 2019 non è stato un esotismo ciclistico isolato. Il piccolo paese che si affaccia sul Pacifico, ormai è laplissiano, sta diventando davvero una realtà importante nel mondo delle due ruote. Dopo il numero pirotecnico di Caicedo sull’Etna, ieri il primo ad arrivare a braccia alzate in quel di Cesenatico è stato Jhonatan Narvaez (voto 166, come il numero di gara dell’ennesimo figlio della giungla amazzonica).

Ineos una garanzia, nonostante gli imprevisti

Nella terra dell’omaggiatissimo Pantani, al termine di una frazione da montagne russe, con le salitelle e le discese tipiche del tracciato “Nove Colli”, il portacolori del Team Ineos (voto 10) ha messo a segno un numero da veterano. E in condizioni meteo infami, oltreutto.

Già, la Ineos: il team britannico è fortissimo e diretto magistralmente (non lo scopriamo oggi). Erano giunti nel Belpaese per vincere il Giro con Thomas, ma dopo il ritiro del gallese non hanno fatto una piega: stanno onorando la corsa con fughe, vittorie e spettacolo.

EF vuole lo stop del Giro: tensione nel gruppo

Tutt’altro che spettacolare invece è stato l’atteggiamento di un altro team, l’americano EF Pro Cycling (voto 0). Già a segno due volte con Caicedo e Guerreiro, questa squadra, che vanta tra i diesse anche l’italiano Fabrizio Guidi, ha spedito ieri richiesta formale all’Uci per sospendere il Giro domenica. Motivo? “Bolla compromessa, sin dalla prima tappa siciliana” è l’opinione della compagine a stelle e strisce.

Presa di posizione pesante, che ha scatenato diversi mal di pancia nell’organizzazione e anche in gruppo. Mauro Vegni, nocchiero principe della carovana, ha detto che si va avanti con più controlli, ma a Milano si arriverà al 100%. Luca Scinto, ds della Vini Zabù, ha letteralmente tuonato contro la Jumbo Visma (squadra che ha già salutato il Giro) e la EF. Anche in casa Deuceninck, team della maglia rosa Joao Almeida (voto 9, sempre più a suo agio come leader), non hanno gradito granché.

Bando a ogni ipocrisia: in gruppo c’è paura. Le positività di lunedì hanno lasciato il segno. Senza contare che si percorre un paese in cui i contagi sono in aumento e tra vento, pioggia e freddo notevoli, per di più. Thomas De Gendt, belga della Lotto sempre diretto e mai banale, ieri ha dichiarato di aver pensato a lungo se partire o meno. Tra ieri sera e oggi, così, si è deciso per un altro turno di tamponi per tutti: è chiaro che altri positivi potrebbero favorire nuovi addii spontanei. La Corsa Rosa, a vederla da fuori, pare appesa a un filo sottilissimo.

La corsa: i big continuano a studiarsi

Tornando alla corsa, ieri le pessime condizioni meteo hanno sconsigliato scorribande da parte dei big di classifica. Domenico Pozzovivo, con la sua Ntt (voto 5), si è reso protagonista di una tattica incomprensibile: ha messo alla frusta i suoi per larga parte del percorso, portando di fatto in carrozza Almeida fino all’ultima asperità. Il lucano ha una gran gamba, e se si faranno tutte le salite in programma, può addirittura giocarsela per la vittoria del Giro.

Tatticamente però non può concedersi certe gestioni di corsa allegre: i compagni gli serviranno da martedì prossimo, non sui cavalcavia. Tra i big, riparatissimo Kelderman (voto 8), sempre con almeno un terzetto di scudieri a fianco. In sordina Nibali (voto 6-), rimasto solo troppo presto (non un buon segnale) e preda come a Roccaraso delle temperature rigide. Anche Fulgsang e Bilbao (voto 6) hanno patito, mente il duo della Bora Majka-Konrad (voto 7) pare un po’ più in palla. Oggi ancora tappa di trasferimento: l’attesa è tutta per la crono di domani, dove Almeida può dare una stoccata profonda nella carne viva di tutti gli avversari o quasi.

Valerio Mingarelli

Nato a Fabriano, ai piedi degli Appennini, nel 1980. Ho iniziato a “gattonare” nelle testate locali umbre e marchigiane grazie al basket e al calcio. Giornalista professionista dal 2008, da allora tra Milano e Roma ho sempre fatto il viandante dell’informazione girovagando per radio, TV, quotidiani, agenzie e uffici stampa. Con la penna o col microfono in mano, mi sono sempre divertito da matti. Oggi seguo perlopiù le vicende del Parlamento nostrano, ma lo sport rimane sempre una passionaccia elettrizzante.

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