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Mino Raiola morto, chi è il primo giocatore che ha scoperto e portato in Italia

Mino Raiola è morto. Dopo che nei giorni scorsi si erano rincorse notizie e smentite sul suo stato di salute, oggi la famiglia ha annunciato con un comunicato su Twitter la dipartita del 54enne procuratore sportivo originario di Nocera Inferiore.

“Con infinito dolore annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre – si legge nel tweet –. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto. Mino è stato parte delle vite di tanti calciatori e ha scritto un capitolo indelebile della storia del calcio moderno. Ci mancherà per sempre e il suo progetto di rendere il mondo del calcio un posto migliore per i calciatori sarà portato avanti con la stessa passione. Ringraziamo di cuore coloro che gli sono stati vicini e chiediamo a tutti di rispettare la privacy di familiari e amici in questo momento di grande dolore”.

Mino Raiola, la carriera e gli affari del re dei procuratori

In pochi secondi i social sono stati inondanti da messaggi di cordoglio e di ricordo per Raiola, a partire dal più semplice “Ciao Mino”. Fra i primi a dedicargli un pensiero è stato su Twitter Andrea Agnelli, presidente della Juventus, uno dei club con cui l’agente ha concluso alcuni degli affari più importanti di tutta la sua carriera.

Foto Wikimedia Commons | Ron Pichel (CC0 1.0)

Uno degli esempi più noti è certamente quello della “Furia ceca” Pavel Nedved, che nell’estate 2001 lascia dopo cinque stagioni la Lazio e approda in bianconero per 75 miliardi di vecchie lire. Fra i registi di quell’affare c’è proprio Mino Raiola, che tre anni più tardi si ripeterà portando a Torino per 16 milioni di euro Zlatan Ibrahimovic, all’epoca promettente attaccante svedese dell’Ajax. Sarà sempre l’agente salernitano ad accompagnare Ibra nelle mete successive fra Milano (Inter e Milan), Barcellona, Parigi e Manchester (sponda United).

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Ma Raiola è anche la mente dietro a trasferimenti record come quello del centrocampista francese Paul Pogba, che nell’estate del 2016 lascia la Juventus per vestire la maglia dei Red Devils. Il tutto per una cifra che si aggira attorno ai 105 milioni di euro. Altri trasferimenti importanti sono quelli del brasiliano Robinho dal Manchester City al Milan (estate 2010, 35 milioni), quelli dell’attaccante italiano Mario Balotelli; oppure del difensore olandese Matthijs de Ligt ancora una volta sull’asse Amsterdam-Torino (estate 2019, 75 milioni).

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Ma qual è stato il primo vero campione scoperto da Mino Raiola in carriera? Per scoprirlo dobbiamo riavvolgere il nastro fino alla finestra di calciomercato invernale del 1988. All’epoca il premiato agente era ancora un imprenditore ad Haarlem, in Olanda, dove – grazie a un accordo con il sindacato dei calciatori – diventa il rappresentante dei giocatori olandesi all’estero. Così, in quell’anno, aiuta il Milan a “strappare” per 5,8 miliardi di lire allo Sporting Lisbona il difensore olandese Frank Rijkaard, destinato a diventare una leggenda in rossonero.

Foto Wikimedia Commons | Nationaal Archief (CC0 1.0)

Sotto la guida di Arrigo Sacchi Rijkaard riuscirà poi a fare il salto di qualità, passando dalla difesa alla mediana ed entrando nell’olimpo dei giocatori più forti di tutti i tempi. Mino Raiola si ripeterà poi, nell’estate del ’93, come mediatore nel trasferimento in Italia di un altro olandese, ovvero l’attaccante Dennis Bergkamp, comprato dall’Inter per 18 miliardi di lire. La sua esperienza nella Milano nerazzurra non sarà indimenticabile, ma il procuratore ci aveva visto lungo: poco tempo dopo, all’Arsenal Bergkamp diventerà infatti una leggenda dei Gunners e della storia della Premier League.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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