Dopo il pareggio con l’Inter, la ‘sconfitta’ contro InterES. È quanto accaduto al Milan, che se sul campo è riuscito a chiudere la stracittadina contro i nerazzurri sull’1-1, in tribunale si è visto costretto a non poter registrare il proprio marchio a livello internazionale. Il perché è presto detto: la società tedesca di cancelleria InterES Handels-und Dienstleistungs Gesellschaft aveva già registrato un proprio marchio, con la dicitura ‘Milan’. E lo aveva fatto nel 1984.
La sentenza, quantomeno curiosa se non proprio bizzarra, è arrivata dal Tribunale dell’Unione europea, secondo cui il club di via Aldo Rossi avrebbe provato a depositare il marchio con il proprio nome senza sapere che la dicitura fosse già stata registrata oltre tre decenni fa dell’azienda tedesca.
La vicenda, in realtà, non è nuova e parte dal 2017. Il Milan, nello specifico, aveva fatto richiesta della registrazione a livello internazionale del marchio del club all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. La InterES, però, si era immediatamente opposta e a darle ragione ci aveva già pensato, in un primo momento, l’Ufficio europeo marchi. Il Milan, dunque, aveva presentato ricorso, ma anche il Tribunale Ue si è espresso in favore dei tedeschi.
I giudici del Tribunale Ue hanno specificato che, seppur il logo risulti diverso (com’è possibile vedere sul sito ufficiale dell’azienda, il colore predominante è il blu e accanto alla scritta appare un’aquila in stile ‘cartoon’), il carattere distintivo sia proprio la sequenza di caratteri, che forma proprio la parola ‘Milan’.
A nulla è valso il tentativo della società calcistica rossonera di far leva sulla notorietà del marchio anche nella stessa Germania, grazie alla propria tradizione e ai successi in campo internazionale. “I segni in conflitto, che presentano un’elevata somiglianza sul piano fonetico, fanno entrambi riferimento alla città di Milano” si legge nella sentenza. I giudici aggiungono inoltre che “l’elevata somiglianza fonetica, e la media somiglianza visiva di tale segno con il marchio denominativo anteriore tedesco, comportano un rischio di confusione da parte dei consumatori, che impedisce la loro protezione simultanea nell’Unione Europea”.
Il campo europeo, dunque, proprio non vuole saperne di regalare soddisfazioni al Milan, né a livello sportivo né, tantomeno, davanti al giudice.
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