Il big del Milan si confessa. Tra passato, presente e futuro rivela come la sua vita avrebbe potuto prendere una strada molto diversa.
Non è certo un buon momento per il Milan. La squadra di Stefano Pioli nel giro di un mese è incappata in un periodo negativo. Da possibile squadra in lotta per lo Scudetto i rossoneri hanno perso due derby, di cui uno valevole per la Supercoppa, e al momento si trovano al di fuori della zona Champions League. E’ inoltre arrivata anche l’eliminazione dalla Coppa Italia.
Una squadra lontana parente del Milan che, solo qualche mese fa, vinceva lo Scudetto. Tra i principali calciatori che non stanno avendo un rendimento simile a quello dello scorso anno c’è da segnalare Rafael Leao. Partito addirittura dalla panchina nel derby, il portoghese non sta rendendo come aveva abituato i tifosi rossoneri. Nel frattempo però, in attesa di tornare al top in campo, Leao ha rilasciato una lunga intervista a NOISEY in collaborazione VICE nel quale ha ripercorso diverse tappe della sua carriera.
“Da piccolo, ho trascorso la maggior parte del mio tempo giocando a calcio.” ha raccontato Leao, nella lunga intervista riportata anche da MilanLive.it. “I miei amici di quartiere sono gli stessi che sono diventati i miei amici di oggi. Da piccolo però non potevo fare molte delle cose che loro facevano. Il calcio mi ha impedito di andare a ballare o cose simili che facevano i miei amici perché avevo gli allenamenti il mattino. Ho sempre giocato a calcio. Quando posso, torno in Portogallo per vedere i miei parenti. Nonostante la mia famiglia avesse passato momenti difficili quando ero piccolo, oggi posso comprare ciò che voglio e aiutare i miei genitori che non lavorano più.”
Leao continua il suo racconto e come riporta MilanLive.it rivela: “Oggi potevo essere in carcere, invece ho scelto di giocare a calcio “. Una storia che parte dal suo quartiere: “Fin da bambino mio padre ha sempre cercato un club di calcio per me. A 7 anni, una persona che lavorava in un club vicino alla mia abitazione mi ha notato mentre giocavo a calcio con altri bambini in un giardino davanti casa. Mi ha invitato a fare un paio di allenamenti con la sua squadra, e presto ho firmato con il Benfica.”
L’avventura con il Benfica però non va nel migliore dei modi: “Tuttavia Lisbona era lontana e c’era bisogno di qualcuno che mi accompagnasse. Dissero che ci avrebbero pensato loro, ma non fu così. In realtà non c’era nessuno che mi venisse a prendere e accompagnasse agli allenamenti, così mio padre mi ha fatto passare allo Sporting. Persone a me vicine dicevano che avevo talento, ma mi sono reso conto che dovevo concentrarmi e lavorare duramente per raggiungere il successo. Oggi, il mio obiettivo è vincere trofei importanti, essere importante nel mio club e vincere premi individuali.”
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