Milan-Juventus, rischio rinvio
per Covid: cosa dice il regolamento

È la partita più attesa del 16° turno di Serie A, una delle classiche del calcio italiano. E rischia di non disputarsi a causa del Covid. Milan e Juventus, avversarie del match che, da programma, chiuderà il tradizionale turno dell’Epifania, sono in attesa del nuovo ciclo di tamponi in casa bianconera. I test sono chiamati a confermare o smentire la possibile presenza di un focolaio di contagi da coronavirus all’interno della ‘bolla’ del gruppo squadra bianconero. La preoccupazione è forte dopo le positività riscontrate nelle ultime quarantott’ore fra gli uomini di Andrea Pirlo, con Alex Sandro prima e Juan Cuadrado poi costretti all’isolamento.

Fra protocolli, pareri delle autorità sanitarie locali e timori che possa ripetersi un caso simile a quello di Juventus-Napoli dello scorso 4 ottobre, ecco i possibili scenari per la partita di questa sera.

Milan-Juventus a rischio rinvio, come funziona il protocollo

È bene chiarire immediatamente che non bastano due casi di positività per il rinvio di Milan-Juventus. Dopo il caos del match fra i bianconeri e i partenopei (che ha portato prima allo 0-3 a tavolino con punto di penalizzazione e poi al ribaltamento della sentenza da parte del Collegio di Garanzia del Coni a dicembre, con la partita che quindi si giocherà) il rinvio diviene automatico soltanto se una delle due squadre non ha a disposizione almeno 13 calciatori sani (compreso un portiere). A prevederlo è il protocollo Uefa.

La Lega Serie A, che ha recepito in ottobre il protocollo, ha previsto nel suo regolamento interno un’eccezione: un club può chiedere il rinvio una sola volta nel corso della stagione se 10 calciatori della prima squadra risultano positivi. La Juventus, ad esempio, potrebbe farlo. Nelle 15 giornate precedenti a quella odierna, infatti, non ha mai chiesto il rinvio di un incontro.

Il ruolo dell’Asl di Torino: arriva il chiarimento

C’è un’altra possibilità di rinvio, legata alle decisioni dell’Azienda Sanitaria Locale. A chiarire anche questo punto di vista è Roberto Testi, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Città di Torino. “La Juventus ci ha avvisati della positività al coronavirus di due giocatori – ha detto al Corriere della Sera -. Per uno, la segnalazione è avvenuta lunedì 4 gennaio, e per il secondo martedì 5. In questo momento non abbiamo elementi per dire che c’è un focolaio all’interno della squadra, perché sappiamo come è avvenuto il contagio per i due calciatori e perché tutti gli altri compagni sono negativi”.

“Se oggi dovessero esserci nuovi positivi e ci fosse l’evidenza di un focolaio non controllato all’interno della squadra, si creerebbe un problema di sicurezza anche per gli altri giocatori – ha aggiunto il dottor Testi –. È chiaro, quindi, che la Asl sarebbe costretta a intervenire, isolando tutti e bloccando la partenza della Juventus per Milano”.

Non resta altro da fare, dunque, se non attendere l’esito dei tamponi, previsto per le prossime ore: solo allora si capirà se Milan-Juventus, il primo big match dell’anno solare 2021, potrà andare in scena davanti agli spalti (vuoti) del Meazza.

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