Poco più di 48 ore dopo Juventus-Milan al portiere francese del Milan, Mike Maignan, ha pubblicato un testo dal proprio profilo Instagram. Domenica 19, durante il riscaldamento delle squadre prima della partita, uno o più spettatori gli avevano rivolto pesanti insulti razzisti dagli spalti dell’Allianz Arena di Torino. Un video che li ha ripresi sta girando online da inizio settimana e ora sia la Procura federale sia la Juventus stanno indagando per risalire ai responsabili.
“Domenica sera all’Allianz Stadium alcuni tifosi bianconeri mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali”, scrive Maignan. “Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che quei tifosi sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a cui questo succederà. Finché questi eventi vengono trattati come ‘incidenti isolati’ e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Cosa stiamo facendo per combattere il razzismo negli stadi di calcio? Credete davvero che sia efficace? Faccio parte di un club che si sforza di aprire la strada opponendosi a tutte le forme di discriminazione. Ma bisogna essere più numerosi ed essere uniti in questa battaglia contro un problema sociale più grande del calcio stesso”.
Il portiere rossonero si rivolge direttamente alle istituzioni del mondo del calcio. “Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che potrebbe ancora succedere nel 2021? Non sono una ‘vittima’ del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché possiamo dare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo”.
Se la Juventus riuscisse a individuare lo spettatore o gli spettatori responsabili, potrà applicare il regolamento che dal 2017 permette alle squadre di calcio italiane di punire i propri tifosi ritenuti responsabili di comportamenti inappropriati. I casi più recenti riguardano Roma e Verona, che nel 2019 hanno bandito dai loro stadi tifosi che avevano rivolto insulti razzisti ai giocatori (nel caso della Roma gli insulti erano arrivati tramite i social network). Diversamente, in mancanza di un responsabile, il giudice sportivo potrà decidere di applicare una sanzione economica al club o disporre la chiusura dei settori dello stadio individuati nelle indagini ricorrendo alla “responsabilità oggettiva” della società.
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