È stato uno dei più grandi campioni nella storia del pugilato: potente, tecnico, ma anche amatissimo dal pubblico per la sua eleganza e il suo sorriso contagioso. Tanto da diventare “Marvelous”, il Meraviglioso, nell’immaginario collettivo. Marvin Hagler è morto improvvisamente all’età di 66 anni nel New Hampshire. A confermarlo la moglie, in un post sui social in cui non ha aggiunto ulteriori dettagli sulle cause del decesso.
La rincorsa ai vertici della boxe fu lunga e certamente non facile per Marvin Hagler, cresciuto in gioventù in un contesto tutt’altro che semplice. Era infatti nato il 23 maggio 1954 a Newark, nel New Jersey, cresciuto dalla sola madre. Ma il pugilato era probabilmente nel suo destino, come dimostra il trasferimento ad appena 12 anni in quel di Brockton (Massachusetts). La stessa città in cui era nato un certo Rocky Marciano, peso massimo di fama assoluta tanto da ispirare l’omonimo personaggio cui Sylvester Stallone avrebbe assegnato il cognome di Balboa.
Nel 1973 il passaggio tra i professionisti e una lunga rincorsa al titolo mondiale della sua categoria. Che per Marvin Hagler, 72 kg per 177 cm di altezza, erano i pesi medi. Una rincorsa compiuta dopo sette anni e ben 50 match all’attivo. Era il 30 novembre 1979, e in quella data l’atleta (nel frattempo già beniamino di Boston e Philadelphia) incontrò a Las Vegas il campione Vito Antuofermo: un bitontino che aveva trovato fortuna a New York.
Fu il primo capitolo della leggenda. Marvin Hagler perse ai punti, laureandosi però “Sorpresa dell’anno” per gli addetti ai lavori. Quindi l’italo-americano cedette la sua cintura all’inglese Alan Minter, che Hagler riuscì a sconfiggere in tre round a Londra il 27 settembre 1980. Da quel momento rimase imbattuto per sette anni filati, conservando il titolo in 12 occasioni. Solo il 6 aprile 1987 dovette arrendersi nientemeno che a Ray Sugar Leonard, che peraltro divenne campione ai punti e con verdetto non unanime.
Quella sconfitta controversa coincise con il suo ritiro dall’attività, dopo quindici anni di boxe e appena tre match persi (tutti in maniera non cristallina). Ma il suo cammino nel pugilato non era ancora concluso, dando vita a una seconda carriera da apprezzatissimo commentatore televisivo. Legatissimo anche all’Italia, visse a lungo a Rozzano (periferia sud di Milano) e sposò una donna napoletana. E apparve anche in diversi film e trasmissioni tv, presentandosi come Marvelous Marvin Hagler. Quella meraviglia che aveva scatenato negli appassionati della East Coast e che riuscì poi a trasferire in tutto il mondo.
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