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“Serve un provvedimento tampone del Governo italiano che fermi la delibera del Cio. Qualsiasi altra cosa sarebbe un suicidio o autolesionismo“. Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenendo in videoconferenza all’audizione presso le Commissioni riunite VII, VIII e IX della Camera dei deputati. Il tema è quello del rischio che gli atleti italiani non possano partecipare alle prossime Olimpiadi in rappresentanza dell’Italia, bensì come indipendenti.
“Siamo in una situazione particolare. Io la definirei, sportivamente parlando, drammatica – ha ammesso Malagò –. Come penso tutti sappiano, con la legge di bilancio di fine 2018, nell’esercizio 2019 è profondamente mutata e cambiata la questione riguardante il rapporto tra il Comitato Olimpico Italiano e la società che all’epoca si chiamava Conservizi. A fronte di quel mutamento, il governo precedente aveva ottenuto con la legge delega la facoltà, il diritto e il dovere di andare a puntualizzarne il contenuto. Poi sapete bene quello che è successo, cioè che la legge delega è stata trasferita dal governo precedente a quello in carica“.
“Di conseguenza ci siamo ritrovati per molti mesi nell’ambito di una facoltà e un desiderio del governo di sistemare i temi dell’indipendenza del Coni, ma anche altri temi. Si tratta di argomenti massimamente principali all’interno degli altri decreti. Tra essi figurano il lavoro sportivo, il vincolo, aspetti specifici del professionismo, soprattutto femminile“, ha ricordato Malagò.
Quindi l’appello al governo. “È chiaro che serve un provvedimento“, ha affermato Malagò. Che non si aspetta che tutto sia risolto con un solo colpo di spugna: “Pragmaticamente è impensabile che oggi si definiscano i dettagli su ciò che serve in maniera esatta. Serve un provvedimento tampone da parte del governo italiano. E questo, a più riprese, è stato garantito. Ci sono stati innumerevoli incontri in tal senso, soprattutto con le forze di maggioranza“.
“Serve una soluzione condivisa che purtroppo al momento non si è trovata. E questo è un dato di fatto. Un provvedimento tampone da parte del governo italiano rientra nell’ambito delle questioni urgenti da affrontare in questa fase. Bisogna fermare qualsiasi delibera del Cio. Dopodiché si declineranno gli aspetti specifici. Non c’è altra soluzione“, ha concluso Malagò.
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