LeBron James contro Zlatan Ibrahimovic. No, non stiamo parlando di una fantascientifica sfida interdisciplinare tra uno dei più forti cestisti di tutti i tempi e il fuoriclasse rossonero, ma di un acceso e piccato scambio di vedute in merito alla politica.
Ad accendere la miccia, come spesso accade, è stato lo svedese che, nel corso di una intervista rilasciata alla Uefa per Discovery+ in Svezia ha criticato l’impegno politico del “Chosen One”, da sempre in prima linea per combattere le ingiustizie sociali, il razzismo e le problematiche elettorali. Il consiglio di Ibra, rivolto anche ad altri colleghi, è quello di impegnarsi solo ed esclusivamente nel proprio ambito di competenza, lasciando da parte velleità di attivismo.
“LeBron James è fenomenale in quello che fa. Ma non mi piace quando persone con un certo status si occupano allo stesso tempo di politica. Non sono in politica. È il primo errore che le persone commettono quando diventano famose e ottengono uno status. Stanne fuori. Accontentati di fare solo quello che sai fare meglio. Il resto non mi sembra così buono…“, il pensiero espresso, come sempre senza troppi giri di parole, dal fuoriclasse di Malmoe.
Un messaggio arrivato forte e chiaro al quattro volte campione Nba, che non ha perso l’occasione per piazzare una delle sue proverbiali stoppate al collega calciatore. “Non sono per nulla d’accordo con lui. Poi mi sorprende che sia lui a dire queste cose visto che nel 2018 parlava del razzismo in Svezia per via del suo cognome e delle sue origini“, il commento di James dopo la vittoria per 102-93 dei suoi Los Angeles Lakers contro i Portland Trail Blazers.
E ancora: “Io ho una scuola con più di 300 bambini in Ohio, loro hanno bisogno della mia voce e mai penserò solo allo sport e al basket, nella mia posizione la mia voce diventa poderosa. Per molto tempo abbiamo sentito dire che come sportivi dovremmo essere grati di essere in grado di lanciare una palla, dribblare con un pallone, colpire con una mazza da baseball. Ci è stato detto che non eravamo capaci o non ci era permesso di parlare di altre cose. Oggi non è più così. E non sarà così per molto tempo“, ha aggiunto il “Prescelto”.
Dal lontano 2003 (anche se aveva già iniziato da adolescente) LeBron James incanta tutti gli appassionati di pallacanestro collezionando giocate da cineteca, record e trofei. Il “Chosen One”, soprannome che si porta dietro dall’high school e che si è tatuato sulla pelle, è però un esempio da seguire anche fuori dal parquet. Proprio lo scorso anno James è stato premiato dalla rivista Times come “Atleta dell’Anno 2020” per le sue prestazioni in campo e non solo.
“Dopo quasi due decenni nella Nba, LeBron James ha pienamente compreso che il suo talento in campo è un mezzo per ottenere qualcosa di più grande. E quest’anno, più che in qualsiasi altro, ha mostrato perché non ha rivali in entrambi“, aveva spiegato la rivista statunitense.
E ancora: “LeBron è stato l’esempio di più alto profilo dell’aumento dell’attivismo che si è diffuso nel mondo dello sport nel 2020. Spinto da una pandemia che ha colpito in modo sproporzionato la vita e il sostentamento di persone di colore e dalle uccisioni della polizia di neri americani disarmati, tutti, dagli atleti del college dalle stelle del tennis ai piloti di auto da corsa ai giocatori di hockey, facevano cose come parlare contro l’ingiustizia razziale, partecipare a marce e persino guidare la chiusura temporanea di grandi eventi sportivi“.
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