Lazio-Torino, è caos: i granata non vanno a Roma, cosa dice il protocollo

Si preannunciano altre giornate di passione (non nel senso sportivo ma in quello etimologico del termine, cioè di sofferenza) per il calcio italiano, alle prese con il focolaio di coronavirus all’interno del gruppo squadra del Torino e a un altro braccio di ferro fra Lega Serie A e Asl locali.

La partita che avrebbe dovuto inaugurare il 25° turno di Serie A, quella fra la Lazio e il club granata, non è infatti stata rinviata dall’assemblea di Lega, anche se l’Autorità sanitaria locale ha impedito ai piemontesi di ‘rompere’ l’isolamento. Si rischia dunque un caso simile a quanto accaduto lo scorso 4 ottobre per Juventus-Napoli. Questa volta, però, lo 0-3 a tavolino pare incontrovertibile. A meno dei soliti, clamorosi ribaltoni cui il pallone nostrano ci ha abituati. Anche un po’ troppo.

Lazio-Torino, perché la partita non sarà rinviata

Il protocollo Figc prevede il rinvio di una partita in calendario qualora un club non arrivasse ad avere a disposizione almeno 13 giocatori, uno dei quali deve essere un portiere di ruolo. C’è però la possibilità di un ‘bonus’: una squadra con al proprio interno un focolaio può richiedere una sola volta in stagione il rinvio anche con il numero minimo di calciatori disponibili.

Il Torino, però ha già utilizzato questa possibilità venerdì scorso ottenendo il rinvio del match contro il Sassuolo. Non può dunque replicare contro la Lazio.

L’Asl mantiene la sua posizione: il Torino non va a Roma

Di mezzo ci si è messa anche l’Asl del capoluogo piemontese. Il dottor Roberto Testi, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Autorità sanitaria locale, ha inviato nella serata di lunedì una mail al presidente della Lega Paolo Dal Pino in cui specifica che l’isolamento domiciliare del Torino è da intendersi per almeno una settimana, a partire da martedì 23 febbraio. Una data considerata come giorno zero.

Il provvedimento scade dunque solo alle 23.59 del 2 marzo, ed è inoltre subordinato alla negatività di tutti i tamponi effettuati nell’ultimo ciclo di test. Il risultato è che, al di là di quale sia il responso dei tamponi, il Toro non potrebbe comunque ‘rompere’ l’isolamento prima della mezzanotte di oggi. Non ci sono alternative in tal senso.

Rischio di sconfitta a tavolino per i granata, ma attenti al precedente

La squadra allenata da Davide Nicola, a meno di clamorosi colpi di scena, non partirà dunque alla volta della Capitale. Si profila dunque lo 0-3 a tavolino, con un punto di penalizzazione per il Torino che sarebbe tra l’altro pesantissimo nella lotta per la salvezza.

A quel punto ripartirebbe prevedibilmente la consueta litania di ricorsi e controricorsi, sfruttando anche il precedente di Juventus-Napoli (sentenza di sconfitta a tavolino prima confermata dalla Figc e poi ribaltata in sede Coni).

Gravina (Figc): “Oggettiva l’impossibilità di giocare”

[scJWP IdVideo=”gbUft6sP-Waf8YzTy”]

A contribuire al clima incerto anche le dichiarazioni del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, su una linea di pensiero tutt’altro che uniforme rispetto a quella della Lega. “Credo che oggi ci sia una oggettiva impossibilità a disputare la gara in base a quanto prescritto dalla Asl di Torino – ha dichiarato a margine di un’iniziativa all’ospedale Spallanzani -. Non c’entra la sentenza del Collegio di garanzia su Juve-Napoli. Sono situazioni differenti, questa della Asl non è una decisione dell’ultima ora, è ormai di qualche giorno fa e anzi se non fosse rispettata si rischierebbero anche delle sanzioni penali“.

“Se ne esce rispettando il protocollo e il principio della tutela della salute, nelle competenze specifiche delle singole Asl. Non do consigli alla Lega, che ha la capacità e la delega per gestire la competizione sportiva. Adotteranno la decisione più giusta ha concluso Gravina.

Certezze, insomma, ce ne sono poche: l’unica, paradossalmente, è la confusione in cui piombano i tifosi.

Impostazioni privacy