Era il 2014, e il Mondiale brasiliano destinato ad andare alla Germania presentò al mondo una schiera di portieri di altissimo livello. Alcuni di loro erano semisconosciuti prima del torneo, e sarebbero tornati a casa come big. E a capitanarli era un certo Keylor Navas, ancora ignaro del fatto che la sua carriera lo avrebbe portato a diventare forse il più grande numero 12 di sempre. Una situazione che potrebbe protrarsi ancora in questo 2021, ben sette anni dopo. Cortesia di Gigio Donnarumma.
Quando all’improvviso esplose Keylor Navas
Ormai 34enne, Keylor Navas era ancora ignoto ai più quando di anni ne aveva 27. Si presentò però ai Mondiali del 2014 come colonna della Costa Rica, nonostante solo da un anno fosse titolare nella Liga spagnola (al Levante). Ebbene, in Brasile il mondo scoprì un campione, capace di subire due soli gol (peraltro uno era un rigore) tra le tre partite dei gironi, gli ottavi e i quarti di finale. Il tutto in una competizione in cui brillarono Neuer (indimenticabile la sua parata a una mano su Benzema), Julio Cesar (fondamentale nei rigori contro il Cile dopo anni complicatissimi) e Krul (mandato in campo per l’Olanda a pochi secondi ai rigori contro la stessa Costa Rica, parandone due).
Ma di sé fecero parlare anche Ochoa del Messico (fenomenale contro Brasile, Croazia e Olanda), Raïs M’Bohli (la sua Algeria costrinse la Germania ai supplementari) e il duo colombiano Ospina-Mondragon (il secondo divenne il giocatore più anziano della storia dei Mondiali a 43 anni e 3 giorni). Chi conquistò tutti, però, fu proprio Keylor Navas.
Il passaggio al Real Madrid: speranze, vittorie e delusioni
A fine stagione il ‘Daily Mail’ lo inserì nella Top 10 dei migliori portieri del Pianeta, descrivendone così le gesta: “Il brillantissimo Mondiale con la Costa Rica è valso a Keylor Navas il passaggio dal Levante al Real Madrid, dove è alle spalle di Casillas. Ma con tutti i numeri per diventare il primo della classe“. La storia aveva però in serbo un destino diverso per questo ragazzone che trasmette una sensazione di possanza fisica ben maggiore rispetto a quanto i suoi 80 kg per 185 cm suggerirebbero.
Il primo anno a Madrid gli garantì appena 6 gettoni in campionato e 2 in Champions League: il totem Casillas era del resto ancora intoccabile. E in effetti la premonizione del ‘Daily Mail’ sembrò concretizzarsi nel 2015-2016, quando Keylor Navas ne ereditò il numero 1 e i ranghi da titolare. Un nuovo perno di un Real tornato Galactico, con tanto di tre Champions League vinte (2016, 2017, 2018) tutte con il suo nuovo portierone puntualmente titolare tra i pali. Peccato che l’8 agosto 2018 le Merengues abbiano deciso di ingaggiare dal Chelsea un certo Thibaut Courtois. Impostosi immediatamente da titolare, il belga lasciò al collega giusto il numero 1, ma stravinse il conto delle presenze in campo. In campionato 27 a 10, in Champions League 5 a 3.
Il PSG: una storia già vista per Keylor Navas?
Keylor Navas decise quindi di trasferirsi al PSG, dove ancora milita. Lo scambio alla pari con Alphonse Areola (peraltro presto scaricato dai Blancos) sembrò una scelta vincente, ma lo è stato fino a un certo punto. Il 2019-2020, come noto, si interruppe anzitempo causa Covid (quello francese è uno dei pochi campionati europei mai ripresi), il 2020-2021 finalmente ridiede centralità a un campione che sembrava ormai vicino a perdersi. Ma l’arrivo di Donnarumma a Parigi rischia di somigliare a una storia già vista.
Gigio sarà “il Courtois parigino” di Keylor Navas? Questa è l’impressione. E intorno all’ambiente PSG non sono mancate le prime polemiche. Il costaricano, reduce da una stagione da miglior portiere del campionato, sui social ha già espresso la sua frustrazione. “Sarà una situazione ingovernabile, perché dovranno dire a un portiere di enorme talento che gli tocca la panchina. Questa decisione di mercato è come spararsi da soli a un piede“, ha dichiarato a ‘TF1’ l’esperto Ludovic Giuly. Ma l’autorevole ‘L’Equipe’ spiega che questa volta non arriverà un nuovo trasferimento, nonostante in Spagna ‘Marca’ la veda in maniera opposta. Resta però lo strano caso di un portiere esploso improvvisamente ormai sette anni fa e che tutti elogiano. Ma che ciclicamente viene messo in discussione dal “nuovo che avanza”. Che nel 2021 è rappresentato dai 196 cm e dal sorriso, timido solo in apparenza, di un certo Gianluigi Donnarumma.