Il migliore dei suoi tempi contro il migliore di tutti i tempi. Questa la frase con cui la WWE ha deciso di presentare l’edizione 2021 di SummerSlam, il terzo show più longevo tra quelli che ogni anno propone la più famosa federazione di wrestling al mondo. Ma che quest’anno per qualcuno vale anche più di WrestleMania, dato che sarà il primo grande evento a riempire integralmente gli spalti dopo un anno e mezzo pesantemente condizionato dall’emergenza Covid. E quindi, ecco l’idea. Lo scontro intergenerazionale. L’attuale WWE Universal Champion, Roman Reigns, che difende il suo titolo dall’assalto del rientrante John Cena.
Un match non certo inedito, dato che i due ebbero già una faida nell’estate 2017. Ma la situazione ora è completamente diversa. Roman Reigns, bestione di 135 kg per 193 cm, è infatti da oltre un anno il padrone incontrastato della WWE. Trentasei anni, nato in Florida ma di chiarissime (e mai nascoste) origini samoane, da anni era stato scelto dalla WWE come uomo su cui puntare. Ma la sua figura mai era realmente entrata nel cuore dei fan. È successo nell’anno più difficile, e con una decisione apparentemente priva di senso: svestirlo dei panni dell’eroe e renderlo più spietato e senza scrupoli. Ma John Cena?
Quest’ultimo è stato il vero colpo da maestro della WWE. Dato che stiamo parlando di un lottatore che negli ultimi vent’anni ha contribuito come nessun altro alla diffusione della fama del wrestling in tutto il mondo. Discorso che vale anche per l’Italia, dove tutti conoscevano John Cena negli anni del grande boom nostrano della disciplina. Lo dimostra il fatto che nel 2006 finì anche al Festival di Sanremo, intervistato da Giorgio Panariello in un siparietto che tutt’ora i fan più accaniti ricordano con raccapriccio. Ma il suo scontro con il nuovo dominatore, Roman Reigns, arriva in un momento ben diverso della sua carriera.
John Cena infatti non fa più wrestling, o quantomeno non lo fa più in maniera continuativa. Ma la sua fama in America è cresciuta sempre più, grazie a un impegno sempre più massiccio negli show televisivi e soprattutto al cinema. Lo dimostra ‘Fast & Furious 9 – The Fast Saga’, che sta sbancando i botteghini in queste settimane e in cui il famoso lottatore ha un ruolo di primissimo piano. Ma la WWE resta l’universo che lo ha presentato al mondo, da qui il grande ritorno.
Roman Reigns vs John Cena ha tanti significati. Non solo due campioni dominanti che si affrontano in un momento di splendore per entrambi. Non solo una battaglia che è stata caricata con maestria in un acceso dibattito al microfono in cui il vecchio leone ha sfoderato tutta la propria arte oratoria, nell’inedito ruolo (almeno da quindici anni) dello sfavorito. Rappresenta soprattutto un rilancio in grande stile per l’intero prodotto wrestling, sempre più in espansione a livello globale ma che a livello televisivo è in sofferenza da anni. E lo dimostra anche il colpaccio della concorrenza. La AEW, neonata federazione che non ha mai nascosto di voler fare “la guerra” alla WWE, proprio nella notte tra venerdì e sabato ha riportato sugli schermi CM Punk. Un altro amatissimo rappresentante della disciplina, che rispecchia però un altro archetipo umano: quello del ribelle, dell’antieroe. E l’esplosione di gioia del pubblico che lo ha rivisto a sette anni e mezzo dal suo ultimo match conferma come la decisione sia stata azzeccata.
CM Punk, peraltro, scrisse pagine di storia esattamente dieci anni fa, in una faida senza esclusione di colpi proprio contro John Cena. E quest’ultimo, battendo Roman Reigns, diventerebbe campione del mondo per la diciassettesima volta (un record assoluto per la WWE). Una circostanza che il suo rivale vuole evitare in qualsiasi modo, tanto da aver annunciato il prematuro ritiro se dovesse perdere. Tante storie che si intrecciano, con livelli di suspense, attesa ed entusiasmo che il pubblico americano (e mondiale) non provava da anni. È il wrestling, che ha deciso di rilanciarsi ad altissimi livelli. Rifilando un calcio volante alla pandemia.
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