Italia ’90 ha rappresentato, per gli appassionati di calcio ma non solo, uno tra i mondiali più emozionanti e coinvolgenti degli ultimi decenni. Sarà perché giocato in casa, sarà perché le celebri “notti magiche” scandite dai gol di Totò Schillaci e dai tocchi sopraffini di Baggio e Giannini hanno lasciato un segno profondo. O forse perché quel terzo posto finale, dopo la sconfitta in semifinale contro l’Argentina, ha lasciato l’amaro in bocca a tanti. Un amaro, oggi mitigato da una curiosa notizia, riportata dal Corriere della Sera e riguardante un “tesoretto” che era finito nel dimenticatoio ed oggi è stato ritrovato.
Si tratta di cinquanta piccoli lingotti d’oro personalizzati, ognuno del peso di 25 grammi e con un grado di purezza di 750 millesimi. Sopra vi è inciso il cognome di ciascuno dei protagonisti della spedizione di Italia ’90. Dai calciatori ai componenti dello staff tecnico della Nazionale e della Federcalcio di allora, protagonisti di quel mondiale dei rimpianti. Il “tesoretto” era, in sostanza, l’omaggio del Comune di Marino, cittadina dei Castelli Romani, a tutta la spedizione azzurra che aveva optato per Marino come sede del ritiro “mondiale”, a cavallo tra giugno e luglio di quel caldo 1990. Il sindaco dell’epoca, Giulio Santarelli, aveva più volte tentato di invitare la Nazionale a ritirare quei lingotti, ma questi non sono mai stati consegnati. L’incidente diplomatico era ad un passo, ma a predominare fu il rigore di mister Azeglio Vicini che non voleva distrazioni e pretendeva assoluto rigore e massima concentrazione. Oggi, 30 anni dopo, quel “tesoretto” è tornato a galla. Era all’interno di una cassetta di sicurezza della Banca di credito cooperativo dei Colli Albani. A trovarli, Carlo Colizza, attuale primo cittadino di Marino.
Cosa ne sarà adesso di questo curioso cimelio legato al mondiale di Italia ’90? Il sindaco proporrà un referendum ai propri cittadini, che si svolgerà a settembre, quando chiamerà gli abitanti di Marino a decidere sul destino dei lingotti. “Potremmo finalmente consegnarli ai calciatori dell’epoca per ricucire lo strappo. Oppure invece organizzare un’asta a livello professionale perché il valore è davvero notevole e finanziare qualche progetto utile”, ha detto Colizza. “Siano i cittadini di Marino a decidere. Comunque sarei felice se li dessero a noi, tutti insieme come allora potremmo fare del bene al Paese”, ha commentato Giuseppe Giannini. Il “Principe”, uno dei protagonisti di quel campionato del mondo, ha proposto di “studiare un’iniziativa, organizzare magari un’asta di beneficenza per aiutare i terremotati o le residenze per gli anziani colpiti dal Covid”, ha detto l’ex numero 10 della Roma. Il mistero è risolto. Nonostante il bronzo mondiale, quella squadra era davvero “d’oro”.
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