Edmund Burke diceva che “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”. Si potrebbe dire lo stesso nei confronti di chi non impara dai propri errori e da quelli degli altri. Lo scorso aprile, DAZN ha dovuto affrontare l’ira degli appassionati di calcio a causa dei problemi tecnici che hanno reso tutt’altro che piacevoli da seguire alcune partite di serie A. La situazione si è ripetuta anche di recente, durante le prime giornate di Campionato. Di fronte a dei simili precedenti, risulta strano constatare come anche Infinity abbia commesso gli stessi errori. Il servizio in streaming di Mediaset ha dovuto affrontare non poche difficoltà durante le prime due partite di Champions League trasmesse (Malmoe-Juventus e Villarreal-Atlanta). Gli spettatori si sono trovati più volte di fronte a buffering, messaggi di errore e persino schermate del tutto nere.
Infinity, proprio come DAZN prima di lei, ha sopravvalutato la capacità dei CDN (Content Delivery Network) a cui si appoggia, che erano del tutto inadeguati a gestire l’enorme flusso di spettatori. Se il servizio di streaming vorrà mettersi al riparo dalle critiche non potrà fare altro che potenziare l’infrastruttura su cui si basa o perlomeno cercare di sfruttarla al meglio, evitando sovraccarichi o altri inconvenienti. Alcuni passi avanti nella giusta direzione sono stati fatti nel corso delle partite. Durante il secondo tempo, infatti, si è visto un leggero miglioramento della situazione, anche se i rallentamenti e i buffering non sono comunque mancati.
Mentre su Infinity Malmoe-Juventus risultava quasi impossibile da seguire, su Canale 5 la partita era visibile senza intoppi. Se da un lato la possibilità di seguire l’incontro in chiaro ha consentito di alleggerire la pressione sui server del servizio di streaming, dall’altro ha spinto molti tifosi a mettere in dubbio l’utilità della nuova tecnologia. Serve davvero rinunciare al broadcasting tradizionale in favore di un modello sì innovativo, ma senz’altro più acerbo? È una domanda legittima, ma non bisogna mai dimenticare che all’inizio il progresso tecnologico si scontra quasi sempre con piccoli e grandi problemi da risolvere. A volte è necessario un po’ di tempo per sistemarli, ma quando ciò avviene è raro che qualcuno abbia ancora voglia di “tornare indietro”. Lamentarsi è giusto, però potrebbe essere ancora un po’ presto per rinunciare del tutto all’idea di seguire le partite in streaming.
Per correre ai ripari, Infinity ha chiesto prontamente scusa agli spettatori per i problemi che hanno reso difficoltosa la visione delle partite e ha annunciato un’estensione di 15 giorni degli abbonamenti in corso. Anche DAZN aveva fatto qualcosa di simile, ma dopo tre giorni dall’inconveniente.
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