Lewis Hamilton rivela il suo sogno, a 37 anni: ritirarsi da campione del mondo in carica della Formula 1. Ma in quanti ci sono già riusciti?
“È il sogno di ogni atleta, io non faccio eccezione”. Lewis Hamilton non nasconde la sua più grande ambizione, oggi che ha 37 e 15 di esperienza ininterrotta in Formula 1. Un periodo in cui aveva sempre vinto almeno una gara all’anno, tranne nel 2022, che è diventato quindi il suo annus horribilis. Ma nonostante questo il campione britannico non perde le speranze: vorrebbe ritirarsi da campione del mondo in carica, e nel 2023 tornerà all’assalto del titolo.
Gli anni avanzano anche per lui, ma proprio non ne vuole sapere di lasciare la Formula 1, sebbene abbia confessato che “a volte mi sveglio e ho la sensazione di non volerlo più fare”. Ma per vincere un titolo mondiale al volante della Mercedes c’è ancora tempo, se pensiamo che Fangio conquistò l’ultimo che aveva 46 anni. Certo, per riuscirci sarà necessaria un’inversione di rotta, visto che il titolo gli sfugge dal 2020, e nell’ultima annata è arrivato solo sesto (peggior risultato di sempre in carriera).
Sarebbe l’ottavo trofeo di campione del mondo, un numero che spiega bene perché Hamilton voglia assolutamente ritirarsi dopo averlo conquistato. Nella storia, nessuno ne ha vinti così tanti, infatti: è il campione di Stevenage a detenere il record attuale, ma in concomitanza con Michael Schumacher. Con un altro titolo iridato, sarebbe indiscutibilmente il miglior pilota della storia della Formula 1. E lasciare da vincitore ha sempre un gusto particolare.
Ottavo titolo mondiale, dicevamo, e curiosamente sarebbe anche l’ottavo pilota della storia della Formula 1 a chiudere la carriera da imbattuto. L’ultimo è stato proprio un compagno di squadra di Hamilton, Nico Rosberg, che nel 2016 interruppe la striscia di vittorie del britannico, prima di dare l’addio. Il primo, invece, fu Juan Manuel Fangio, campione del mondo nel 1957 e poi ritiratosi dopo solo due corse dell’annata seguente.
L’anno seguente toccò a Mike Hawthorne, primo tra i connazionali di Hamilton a vincere il titolo iridato. Nel 1973 ci fu Jackie Stewart, che però aveva annunciato l’addio al volante a inizio stagione, prima ancora di vincere il Mondiale. Nigel Mansell lo fece nel 1992, ma solo dopo che la Williams decise di ridurgli l’ingaggio, e se ne andò a correre nell’Indycar. Passò un altro anno, e da campione del mondo si ritirò anche Alain Prost, ma nel suo caso fu perché non voleva trovarsi di nuovo compagno di squadra di Senna.
Il settimo caso è quello più particolare tragico, che riguarda l’austriaco Jochen Rindt. Nel 1970, correndo su Lotus, aveva raggiunto un ampio margine sugli avversari già a molte gare dalla fine. Alla quart’ultima corsa dell’anno, a Monza, ebbe però un gravissimo incidente, perdendo la vita. Il suo margine sugli altri piloti era tale che nessuno riuscì più a recuperarlo, e Rindt vinse il campionato del mondo, anche se di fatto dopo la propria morte.
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