E se l’ennesimo flop in Champions League del Manchester City non fosse colpa di Pep Guardiola, Ederson, Zinchenko, Rodrygo o Benzema bensì… di Dmitriy Seluk? Questa l’ipotesi che, tra il serio e il faceto, si sta facendo strada in queste ore. E su cui si impone una spiegazione che, a propria volta, sarà tra il serio e il faceto.
Il mancato approdo alla finale di Parigi, infatti, è stato particolarmente doloroso e rocambolesco per il Manchester City. Il tutto si è consumato quando al Santiago Bernabeu si stavano già giocando i minuti di recupero. Gli uomini di Guardiola erano in vantaggio di un gol (segnato da Mahrez), al Real Madrid ne servivano due. Che sono arrivati, al 90′ e al 91′, entrambi con la firma di Rodrygo. Ciò ha portato ai supplementari, con tanto di rigore-sentenza di Benzema. Una batosta da lasciare a bocca aperta, dunque. Tanto da far tornare attuali le voci secondo cui il tecnico catalano sia vittima di un’antica “maledizione”. Ecco di che cosa si tratta.
Bisogna riportare indietro le lancette dell’orologio del tempo al 2018. Guardiola è da due anni alla guida del Manchester City, dove ancora non ha vinto nulla (si aggiudicherà Premier League e Coppa di Lega a fine stagione). Un ruolino certo non confortante per uno dei tecnici più celebrati del mondo. Alle prese in quei mesi, peraltro, con la querelle Yaya Touré. E proprio qui interviene il fantomatico Dmitriy Seluk, di professione procuratore.
Seluk si occupava tra gli altri proprio di Yaya Touré, che già Guardiola aveva fatto partire dal Barcellona nel 2010 e che nel frattempo aveva messo fuori squadra anche al Manchester City. Il forte ivoriano era una colonna della squadra, e addirittura accusò l’allenatore di razzismo. Ciò esacerbò ulteriormente gli animi, tanto da indurre l’agente del giocatore a lanciare il suo personalissimo anatema. “Il trattamento verso Yaya non è un errore, ma un crimine. E avrà delle conseguenze“, attaccò Seluk in un’intervista a ‘Sport24.ru’.
Quindi il rappresentante legale di Yaya Touré entrò nel merito di ciò che intendeva. “Guardiola scoprirà a sue spese che cosa siano gli stregoni africani. Ricordatevi queste parole: il Benfica è soggetto alla maledizione di Bela Guttman, a causa della quale non può vincere le finali europee. Ebbene, Guardiola potrà avere tutti i soldi che vuole per fare calciomercato. Ma batterà questo record negativo“, tuonò Seluk.
Gli effetti, in questi anni, si sono ampiamente visti. Guardiola continua ad aver vinto le Champions League del Barcellona nel 2009 e nel 2011, oltre un decennio fa. Da allora si è fermato quattro volte in semifinale e tre ai quarti. Poi è arrivato il 2021, decennale dell’ultimo trionfo continentale. Ma a Oporto il Manchester City ha giocato la finale, perdendola però con il meno favorito Chelsea. Quindi il disastro del Bernabeu, e la quinta eliminazione in semifinale. Con la speranza che non si ripeta il ruolino di Guttman, che vaticinò cento anni di mancati successi continentali per il Benfica. Era il 1962, e le finali perse da allora sono arrivate a quota nove (cinque in Coppa dei Campioni). Quelle vinte? Nessuna (solo quest’anno la Primavera si è aggiudicata la Youth League). E Pep, secondo qualcuno, è autorizzato ora a tremare…
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