Che roba, Filippo Ganna. In dodici giorni, ha letteralmente defibrillato il boccheggiante ciclismo italiano. Prima l’oro nella cronometro iridata in quel di Imola. Otto giorni dopo, tappa d’apertura al Giro e maglia rosa in quel di Palermo. Ieri, poi, il numero più bello: l’impresa da titano tra gli uggiosi monti della Sila.
Dal mondiale al Giro: quanto vale questo Ganna?
Una performance tanto inattesa quanto mirabolante: nirvana purissimo, in casa Ineos, dopo lo shock dell’addio alla corsa di quel Geraint Thomas arrivato nel Belpaese con mire di “rosa” finale, e tornato a casa per colpa di una borraccia. Da una fuga nata quasi per gioco, insieme al compagno di scuderia Salvatore Puccio, il piemontese ha tirato fuori un successo francamente da antologia. Certo, ieri la retorica sulla mirabile prestazione si è sprecata, ma questo è ragazzo è un vero e proprio panzer. Quando sprigiona watt sui pedali fa impressione: non dimentichiamo che in questo Giro ha ancora due crono da dominare, volendo. Eppure si pensa già alla sua evoluzione. Fino a ieri c’era chi lo vedeva da Fiandre, chi da Roubaix: e se valesse persino qualcosa in più? Magari chissà, quello che è riuscito a un Bradley Wiggins, o anche a un Primoz Roglic (entrambi passisti diventati big da grandi giri), potrebbe accadere anche a lui. Vedremo. Resta il fatto che alle sue poderose cosce, in chiave post-Nibali, sta attaccato l’intero movimento (voto 12, come i giorni di gloria di questo autunno).
Il mondo della pedivella nostrana, ringalluzzito, fa registrare altri picchi di ebbrezza. La seconda nota lieta è stata sua maestà Vincenzo Nibali (voto 8). Lo squalo corre col piglio del padrone: ieri a tratti è parso così sotto controllo che nella discesa finale pareva quasi stesse scherzando il resto della ciurma. Naturalmente il terzo romanzo rosa è ancora tutto da scrivere, e in tanti proveranno a strappargli di mano la penna: lo sa benissimo. A partire dal suo ex sodale Jakob Fulgsang (voto 7), che comunque la gamba in salita pare averla eccome. Per la Trek, inoltre, una defezione importante: Weening si è dovuto arrendere, anch’egli dopo un capitombolo causato da una borraccia. Quindi non li perde solo il danese, i gregari, ma pure il siciliano.
Pozzovivo nella sua terra, Yates si è spento
Rimanendo in casa Italia, brillano e neanche poco le gambe di Domenico Pozzovivo (voto 9). Il redivivo grimpeur lucano, dopo la iella nera del Tour, ieri ha pedalato con brio assoluto. Ha addirittura tentato di tirare un paio di volte il collo al resto dei big: per lui, più ancora che per Nibali, questo Giro è una delle ultime occasioni della carriera per fare bottino. E a vederlo pedalare, punta alla caccia pesante: ci farà divertire. Pollice verso, invece, per Simon Yates (voto 4). Da quando sono arrivati freddo e pioggia, il britannico si è spento con un soffio, come una candela. Anche ieri in difficoltà: se non si ritrova un po’, già a Roccaraso sarà definitivamente fuori dai giochi.
Oggi si arriva proprio nella terra di Pozzovivo, la Basilicata: frazione Mossetta, con l’arrivo di Matera che guarda lievemente all’insù. Un arrivo che sarebbe cucito dal sarto per Matthews, non fosse che l’australiano finora è parso impalpabile (voto 2 al suo Giro sin qui). Occhio a re Sagan, ma anche a Ballerini (in forma eccelsa). Poi ci sarebbero sempre Demare e Gaviria, che in uno sprint di gruppo anche su un falsopiano vanno sempre tenuti in considerazione. Ma le sorprese (come in tutte le giornate rosa) non sono escluse.