I Giochi della Gioventù stanno per tornare!
Una frase che sarà letta con piacere soprattutto dai più nostalgici e da chi ha fatto parte di quelle generazioni di bambini e ragazzi cresciuti con il mito della corsa campestre e delle manifestazioni sportive interscolastiche.
I Giochi della Gioventù sono stati, infatti, per decenni un appuntamento sempre presente nel calendario scolastico di milioni di italiani, chiamati a confrontarsi con i propri coetanei in diverse prove sportive, sotto lo sguardo attento di maestri e genitori.
Una grande tradizione italiana che tornerà a partire dal prossimo anno.
Cosa sono i Giochi della Gioventù
Nati nel 1968 su iniziativa dell’allora Presidente del CONI, Giulio Onesti, i Giochi della Gioventù sono un evento sportivo riservato a studenti dai 7 ai 17 anni, che si sono tenuti in Italia fino al 1996.
Furono creati con il supporto di dirigenti sportivi come Mario Mazzucca, Mario Vivaldi e Bruno Fabjan e per quasi trent’anni il loro obiettivo è stato quello di avvicinare milioni di giovani allo sport, attraverso la pratica di diverse discipline sportive dell’atletica leggera.
Gare di corsa, salto in alto, salto in lungo, lancio del peso e del vortex. Tanti gli sport che, anche attraverso i Giochi della Gioventù, sono entrati nelle scuole italiane e che ora sono pronti a ripresentarsi, dopo un lungo stop.
Dal 1996 al 2007 questo grande appuntamento riservato ai giovani è stato interrotto, salvo poi tornare, ma senza fasi nazionali, a sottolineare il carattere puramente partecipativo e non agonistico del nuovo format adottato.
Nel 2017 i Giochi della Gioventù sono, poi, scomparsi nuovamente (vista la scarsa partecipazione), ma ora il loro grande ritorno nelle scuole italiane sembra davvero vicino.
Il ritorno di un grande classico
A decidere di riportare in auge i Giochi della Gioventù in Italia è stata l’attuale maggioranza di Governo, la quale ha già presentato il testo del disegno di legge, accompagnato da una relazione in cui sono stati in particolare i senatori della Lega a spiegare le ragioni della decisione presa:
“Lo sport ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella formazione individuale e nella promozione del benessere fisico e mentale. Essendo una delle attività che promuovono uno stile di vita positivo, lo sport consente ai giovani di esprimere le loro personalità e inclinazioni, di sviluppare un’attenzione per la cura del proprio corpo e di promuovere uno spirito partecipativo e incline alla sana competizione. I valori di onestà e solidarietà impliciti nell’attività sportiva aiutano a prevenire tendenze disgreganti, come il bullismo, favorendo invece uno spirito di comunione e fraternità essenziale per l’integrazione sociale e culturale”.
Entrando più nello specifico, questo è quanto è stato scritto nella relazione circa il nuovo progetto riguardante i Giochi della Gioventù:
“In Italia, la tradizione di attività sportiva agonistica studentesca è di primario rilievo, ma negli ultimi anni ha subito una interruzione. I Giochi della gioventù, istituiti nel 1968 per arginare il diffuso disagio sociale giovanile, hanno contribuito alla diffusione di un sano spirito sportivo e competitivo e alla scoperta di talenti destinati a rafforzare lo sport nazionale. Tuttavia, a partire dal 1998, i Giochi della gioventù sono stati sostituiti dai Giochi sportivi studenteschi, destinati solo agli studenti delle scuole secondarie e privati del loro scopo originario di avviamento alla disciplina sportiva fin dall’infanzia. Nel 2007 sono stati ripristinati i Giochi della gioventù, che condividono solo il nome con il progetto originale e si limitano a una generica attività pedagogica tramite lo sport come gioco. A partire dal 2019, grazie alla legge del 2018, lo Stato italiano ha creato la società Sport e Salute S.p.A. per promuovere lo sport e i corretti stili di vita fin dalla giovane età. Per questo motivo, è necessario rivedere l’approccio allo sport nelle scuole, rendendo effettivamente accessibile alle diverse discipline sportive in base alle inclinazioni degli studenti, liberando le famiglie da ostacoli economici e sociali”.
A queste parole si sono poi legate quelle pronunciate dal Ministro dello Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il quale ha definito i nuovi Giochi della Gioventù come “un’opportunità di socialità in cui entreranno anche i temi dell’alimentazione, della salute, dell’ambiente, della disabilità e delle pari opportunità”.
Ricordi indelebili
Vissuti con passione da diverse generazioni di studenti, i Giochi della Gioventù sono stati per anni l’occasione perfetta per vivere delle esperienze di sport agonistico, confrontandosi sia a livello comunale che provinciale, regionale e nazionale.
Un ricordo indelebile per milioni di italiani, che ancora oggi ripensano con nostalgia a quelle gare tra studenti, capaci di far divertire quanto appassionare.
Nati per superare la delusione delle fallimentari Olimpiadi vissute dall’Italia a Città del Messico nel 1968, i Giochi della Gioventù negli anni Settanta, Ottanta e Novanta hanno permesso allo sport azzurro di scoprire e formare giovani talenti dell’atletica, alcuni dei quali sono poi diventati anche grandi campioni.
Tantissimi ragazzi pronti a sfidarsi nel mese di maggio, con l’obiettivo di vincere quelle medaglie o quei semplici trofei che per loro, in quel momento, avevano lo stesso sapore di un oro olimpico.
Soprattutto quelli ottenuti nella corsa campestre, la gara sicuramente più temuta, ma anche desiderata.
Sarà così anche per gli studenti di domani?