A pochi giorni dall’inizio della Fase 2, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha invitato tutti alla prudenza in tema di ripresa dei campionati di calcio, sospesi per l’emergenza coronavirus. Parlando durante il Question time alla Camera dei Deputati delle misure che le parti coinvolte dovranno adottare, Spadafora ha dichiarato: “Oggi è impossibile definire una data certa perché dobbiamo almeno verificare come reagirà la curva dei contagi nelle prossime due settimane, dal momento che solo due giorni fa il Paese ha avviato la graduale fase di riapertura e dovremo anche ricevere le valutazioni del Comitato tecnico scientifico. Solo allora il Governo potrà decidere”.
Per Spadafora polemiche “incomprensibili”
“Negli ultimi tre giorni si è assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere abbastanza incomprensibile – ha spiegato Spadafora –, pensando ai milioni di italiani che temono per la loro salute e il loro lavoro. Anche le diverse tifoserie organizzate hanno stigmatizzato la polemica. L’idea di definire ora e subito la data della ripresa dei campionati di calcio contrasta con l’esigenza di definire i passi sulla base dell’andamento dei dati. Ricordo che in Europa le uniche date certe sono quelle dei Paesi che hanno deciso di bloccare i campionati, e anche l’Inghilterra che sembrava pronta a ripartire ha rinviato di un’altra settimana la decisione di riprendere gli allenamenti”.
Giovedì l’audizione con la Figc
Per il ministro dello sport anche durante la Fase 2 resta indispensabile continuare il dialogo tra le parti interessate, dando priorità alla salute di tutte le persone coinvolte. “Il 18 maggio, auspicabilmente, ci sarà la ripresa di tutti gli allenamenti di squadra – ha aggiunto Spadafora –. In particolare, per il calcio, la Figc ha proposto un protocollo per gli allenamenti sul quale il Cts ha ritenuto di dover fare degli approfondimenti. L’audizione avverrà domani e speriamo che possa servire all’adozione del protocollo considerando che il calcio non consente né distanze di sicurezza né l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale”.