Chi sarà l’avversaria dell’Italia nella finale di domenica a Wembley di Euro 2020: la padrona di casa Inghilterra o “l’intrusa” Danimarca? Per gli azzurri dopo la vittoria di ieri sera contro la Spagna ormai non è il caso di fare pronostici. Ma concentrarsi, qualsiasi sarà il vincitore del match di stasera, per essere pronta ad affrontare entrambe le squadre.
L’Inghilterra preoccupa, come può preoccupare un’avversaria che non ha ancora subito un gol a Euro 2020. La Danimarca, dal canto suo, sembra intenzionata a non fermarsi più in questi Europei di calcio. Intanto spetterà alle due formazioni del Nord Europa decidere sul campo chi staccherà il pass per la finale.
“It’s coming home” e un po’ di statistiche
L’Inghilterra è favorita per andare in finale, 55 anni dopo l’unica vittoria ai Mondiali, anche allora giocati in casa. Per questo, con un certo snobismo britannico, il motto dei tifosi inglesi è It’s coming home, “Sta tornando a casa”. Perché il football, ricordano, è nato in Inghilterra.
Un sogno finora deluso. Ed è stata proprio l’Italia a infrangerlo nell’ultimo scontro diretto tra le due nella fase a eliminazioni a Euro 2012. In tanti ricorderanno la beffa del cucchiaio perfetto di Andrea Pirlo. L’Inghilterra è stata eliminata dall’Italia nel 1980 nella fase a gironi con un gol di Marco Tardelli. Mentre, sempre agli azzurri, andò la finale terzo e quarto posto nei Mondiali del 1990.
Le statistiche, insomma, sono dalla nostra parte, per quanto possano valere al di là del verdetto del campo. Finora Italia e Inghilterra si sono incontrate 27 volte, in una situazione di equilibrio leggermente sbilanciato a favore dell’Italia. Dieci le vittorie azzurre, nove i pareggi e otto le sconfitte. L’Italia, però, non ha mai perso contro l’Inghilterra in una fase finale tra Mondiali ed Europei.
La New England di Euro 2020
Il ct britannico Gareth Southgate ha dalla sua una certa imprevedibilità. Ha giocato con una formazione sempre diversa, ha alternato difesa a tre e a quattro e può contare tra la generazione “esperta” e i “giovani talenti”. Tutti i giocatori provengono da squadre di primo piano come Manchester City, Manchester United, Tottenham, ma anche Atletico Madrid, come nel caso di Trippier.
L’Inghilterra ha dimostrato di fondarsi su meccanismi ben oliati. È capace di difendere quando non c’è modo di sbloccare il risultato. E di colpire con le sue punte di diamante, come è avvenuto contro la Germania con Sterling e Kane. Oppure di dilagare, quando l’avversario lo permette, vedi il 4 a 0 rifilato all’Ucraina.
La sorpresa di Euro 2020
Il ct danese Hjulmand, dal canto suo, ha costruito per la Danimarca un disegno tecnico tattico che funziona, grazie all’attenzione dedicata ai particolari. E nomi comunque non di secondo piano.
Due dei suoi giocatori fondamentali della formazione militano nelle prime due classificate del campionato italiano di serie A, Inter e Milan: Christian Eriksen e Simon Kjaer. Inoltre, il figlio d’arte Kasper Schmeichel è il portiere del Leicester City. Mentre il ventunenne Andreas Skov Olsen del Bologna è considerato una promessa.
Eriksen, come sappiamo, ha disputato una sola partita a causa dell’attacco cardiaco nel match d’esordio. Ma forse è stato ugualmente l’artefice indiretto del successo danese perché ha cementato la squadra. La Danimarca è stata da subito sotto i riflettori per l’imprevista tragedia scampata. Adesso vuole diventarlo per una gioia inattesa.
E pensare che Hjulmand, autore della storica impresa, non doveva neppure esserci a questo europeo. Poi, a causa della pandemia, è scaduto il contratto del predecessore Age Hareide. Per i più scaramantici, un altro segno di “predestinazione”.