Dino Baggio ha voluto correggere il tiro, manifestando ugualmente la propria perplessità sul doping nel calcio
Le parole di Dino Baggio hanno fatto scalpore. Perché si tratta di un giocatore che a modo suo ha scritto la storia del calcio italiano negli anni ’90, arrivando quasi sul tetto del mondo a Pasadena in quel maledetto Mondiale. Fa parte di un calcio che non esiste più e i nostalgici lo ricordano con affetto. Ha vestito -tra le altre- le maglie dei Juventus, Parma e Lazio, che gli hanno permesso di arricchire un bel palmares. Ed è uno che ha giocato con tanti campioni. Nel suo ricordo per Gianluca Vialli, ha espresso le sue perplessità sul doping nel mondo del calcio e adesso teme per la propria salute.
Poi oggi ha corretto il tiro. Ha detto, ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Volevo dire antidoping, non doping”. Il senso, nelle sue parole, sta tutto nell’interpretazione. Perché a prescindere da cosa intendesse dire, la ‘moria’ di giocatori che sono deceduti negli ultimi anni è pazzesca. Ed è chiaro che ci sia qualcosa che non va. I calciatori dopo il ritiro si ammalano e forse è proprio per le sostanze che hanno assunto nel corso della sua carriera. Indagini approfondite non sono mai state fatte, tuttavia si può notare che sia una cosa vera anche dal fatto che quelle sostanze siano diventate illegali. E quindi che succede? E’ un argomento che meriterebbe chiarezza.
Di seguito, le dichiarazioni di Dino Baggio alla Gazzetta dello Sport: “Mica si scherzava, c’erano i controlli. Certe sostanze non si potevano prendere. Quando ci chiamavano per i test dicevamo ‘anche oggi mi tocca il doping’ ed è un modo di dire che mi son portato dietro”. Restano comunque dei dubbi, alimentati -per esempio- dalle parole di Walter Sabatini che ha confermato che i medici, comunque, iniettavano delle sostanze anche quando lui era ancora un calciatore. E Dino Baggio, comunque, ha spiegato: “Bisogna investigare sulle sostanze farmacologiche che abbiamo preso in quel periodo. Magari si scopre nulla o qualcosa. Quelli che se ne sono andati sono troppi, non solo Vialli e Mihajlovic”.
Sabatini infatti afferma: “Prima della partita mi facevo due punture senza fare domande, mi fidavo dei medici. E’ un fatto obsoleto, ma tanti ragazzi sono andati via nel corso degli anni e quindi i sospetti sono giustificabili. Il calcio porta tutta una serie di magagne, ma non voglio considerare Vialli come un oggetto di indagine”. Mentre Dino Baggio ha affermato anche che: “Per tenere il prato in ordine si utilizzavano fertilizzanti oggi non più consentiti. Quell’odore l’ho inalato, avrò il diritto di sapere se fa male, no?”. Insomma, un caso che continua a lasciare tanti interrogativi, sta di fatto che, come dice Sabatini, tante sono le magagne legate al calcio.
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