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(Roma). Tanta confusione, ma anche un po’ di paura: le scuole di danza si stanno riorganizzando, anche se “riorganizzare è un parolone” come racconta Amalia Salzano, presidente di AIDAF – AGIS, l’associazione italiana danza attività di formazione. Il 25 maggio è stata la data ufficiosa, ma non ufficiale, di riapertura, poche scuole però hanno deciso di riaprire, un po’ per l’incertezza data dai protocolli regionali e un po’ per l’indecisione di ricominciare ad anno scolastico ormai concluso o quasi. Con il governo è stato da subito avviato un tavolo di confronto che ha portato risultati, anche se minimi. La speranza ad oggi, però, è quella di riprendere “il discorso della legge 175, il codice dello spettacolo dal vivo. Approvata nel 2017 e che è rimasta bloccata da allora“.
“Riaprire le scuole di danza comporta una serie di limitazioni abbastanza severe“, spiega Salzano. “Ci sono una serie di linee guida da seguire, ideate per salvaguardare la sicurezza degli allievi e degli insegnanti. Anche noi come AIDAF ne abbiamo stilata una su richiesta del ministero dello Sport. Inoltre, riaprire ora è un po’anomalo, perché di solito le attività finiscono verso fine giugno, con il famoso saggio di fine anno. Altri fattori da considerare sono la comprensibile paura dei genitori e il danno economico causato dai mesi di lockdown“, conclude la presidente di AIDAF – AGIS.
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