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C’è anche lo sport tra i settori più colpiti dalla pandemia, e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dopo aver avuto un ruolo di mediazione fra il governo e le federazioni sportive nazionali, stavolta sembra aver perso la pazienza, soprattutto dopo le nuove limitazioni disposte dal Dpcm in vigore dal 26 ottobre. Tra le questioni più ‘bollenti’ c’è quella relativa alle spese di gestione degli impianti sportivi le cui spese, con la chiusura o le forti limitazioni rischiano di essere insostenibili.
Malagò: “Stanchi che non venga dato il giusto rispetto per le competenze”
Quello del presidente del Coni dopo il Consiglio nazionale di martedì è un vero e proprio sfogo: “Molti impianti non possono riaprire, in teoria lo possono fare solo quelli che ospitano competizioni di vertice – ha affermato davanti ai cronisti -. Chi conosce la tematica di gestione dell’impianto sa benissimo che non è in grado di sopportare le spese”.
“Si parla di interventi economici del governo equivalenti al doppio di quelli di aprile: sarà indispensabile l’urgenza e la concretezza – ha aggiunto Malagò -. Bisogna però conoscere bene i temi: molti impianti sono palestre scolastiche, moltissimi gli impianti acquisiti con bandi pubblici di proprietà di Comuni o altri Enti locali. C’è il rischio di abbandono di questi impianti“.
“Ho fatto riferimento alla competenza perché siamo stanchi che non venga dato il giusto rispetto alla competenza – ha poi attaccato il presidente del Coni -. Lo sport implica una conoscenza specifica delle tematiche, come tutti i mestieri e tutti i settori. Non è solo passione, qui parliamo di un altro argomento. La competenza è indispensabile”.
“Contagi nel calcio? Eravamo abituati alla bolla di quest’estate”
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Malagò ha poi parlato dei numerosi contagi nel mondo del calcio italiano, sottolineando che non si tratta di un problema confinato al ‘pallone’. “Il problema che c’è nel calcio c’è anche negli altri sport – ha detto -. Ci siamo abituati lo scorso campionato a non avere positivi perché stavano tutti nella bolla. Ora è un altro film”.
“Voi, giustamente, vivete soprattutto di calcio – ha detto ai cronisti che lo hanno intervistato –, però lo stesso problema c’è negli altri sport e in generale tocca squadre professionistiche o non professionistiche.”