La vittoria della Roma nella finale di Conference League del prossimo 25 maggio a Tirana potrebbe rappresentare al tempo stesso un trionfo e un “problema” per il calcio italiano. Una – non improbabile – concomitanza di fattori potrebbe infatti determinare l’assenza di squadre di Serie A dalla prossima edizione del torneo Uefa.
Torneo che, ricordiamo, è al suo banco di prova. Quella di questa stagione è infatti la prima apparizione della competizione nel panorama calcistico europeo e nasce dalla volontà dell’ente che governa il calcio nel Vecchio Continente di rappresentare tutte e 34 le federazioni nazionali Uefa, alcune delle quali faticano ad affermarsi in Champions o Europa League. A contendersi la coppa saranno mercoledì 25 maggio 2022 all’Arena Kombëtare di Tirana, in Albania, gli olandesi del Feyenoord e la Roma. Che, in caso di vittoria, potrebbe però “condannate” altre connazionali: vediamo perché.
A cristallizzare questo paradosso è lo stesso regolamento della competizione Uefa. Nello specifico, l’articolo 3.08, che pone una serie di condizioni tutte ancora ampiamente verificabili per i giallorossi di José Mourinho. “Il detentore del titolo della Uefa Europa Conference League è ammesso alla fase a gironi della Uefa Europa League”, recita il testo.
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Ma se il detentore si qualifica “attraverso una delle sue competizioni nazionali, il numero di posti a cui la sua federazione ha diritto” nel torneo è “ridotto di uno. Il posto vacante creato viene riempito di conseguenza con la priorità per la Uefa Europa Conference League assegnata alle vincitrici delle coppe nazionali (in base alla fase di ingresso come da elenco di accesso)”.
Ciò significa che, qualora la Roma trionfasse a Tirana, si qualificherebbe automaticamente per la fase a gironi dell’ex Coppa Uefa per la stagione successiva. Ma se al tempo stesso arrivasse settima in Serie A (oggi è quinta a pari punti con la Lazio e con tre lunghezze di vantaggio su Fiorentina e Atalanta), il suo posto nella competizione non andrebbe a nessuna connazionale; bensì alla detentrice della coppa nazionale del campionato di un altro Paese. L’Italia avrebbe dunque una squadra in più in Europa League, ma nessuna in Conference League, pur vincendola.
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