Il campione olimpico di ciclismo, Elia Viviani, inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Nonostante l’emergenza Coronavirus abbia fermato il mondo dello sport, secondo il fuoriclasse veneto le prossime settimane potrebbero essere decisive per la ripresa degli allenamenti, ritrovare la condizione e pianificare la stagione. “Non è una vita semplice, siamo abituati all’aria sul viso e a paesaggi fantastici e adesso ci dobbiamo allenare in casa sul rullo. Tecnicamente è impossibile fare a livello fisico quello che si fa su strada. Mi immagino una ripartenza veloce per gli allenamenti. La ripartenza delle competizioni è un po’ più complicata, ma comincia ad esserci una luce in fondo al tunnel che parla di agosto. Se ripartirà sarà una stagione corta e intensa“, assicura.
Al momento, sono stati calendarizzati solo il Tour de France e i campionati nazionali. Il Giro d’Italia, originariamente in programma a partire dal prossimo 9 maggio, attende ancora una data ufficiale. “Il Giro d’Italia a ottobre? Credo che sia una cosa giusta, non ci sarebbe nemmeno il problema della neve di maggio. La ritengo un’ottima opzione, anche come mezzo di rilancio di un Paese che ha avuto un periodo difficile. Spero che il virus non comprometta le Olimpiadi nel 2021, mi auguro che tra un anno le cose siano più tranquille. La decisione di posticiparle è stata giusta“, sottolinea il campione olimpico.
Viviani ha poi commentato le parole del tennista Novak Djokovic, che si è detto contrario all’obbligatorietà di vaccinarsi contro il coronavirus. Addirittura, se fosse indispensabile per continuare a giocare, il serbo potrebbe anche ritirarsi. “Quella di Djokovic è una scelta personale. Probabilmente ha detto questo perché ha già raggiunto tutti gli obiettivi nella sua carriera. Io ho ancora un paio di sogni nel cassetto: se dovessero rendere obbligatorio il vaccino lo farei“.
Una chiosa finale sulla situazione che riguarda il mondo del calcio. La volontà di quasi tutti gli addetti ai lavori è quella di ricominciare a giocare ma, per poterlo fare, sarà necessario rispettare le condizioni di sicurezza. “Il calcio in Italia è un mondo a parte. Inizialmente vedevo in maniera positiva la pressione per ripartire, ma non è così semplice perché è uno sport di spogliatoio al contrario del ciclismo. Stanno facendo dei protocolli medico-sportivi impressionanti che solo il calcio può permettersi: con essi probabilmente hanno il potere di controllare il contagio all’interno delle loro società. Non voglio pensare e non penso che lo facciano mettendo a rischio la vita di qualcuno“, conclude Viviani.
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