Superlega, tifosi italiani divisi: “Non ci piace, ma il calcio va cambiato”

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La Superlega è finita prima di iniziare. Proprio nelle ultimissime ore si stanno sfilando a una a una tutte le 12 squadre che nemmeno 48 ore prime avevano ufficializzato la nascita della competizione tramite i comunicati congiunti. Lo aveva prima ammesso il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, poi sono arrivate anche le note ufficiali di Inter e Milan. Le due squadre di Milano si sono fatte da parte sottolineando il fallimento del nuovo progetto europeo portato avanti da 12 club del Vecchio Continente e accantonato dopo appena due giorni dalla nascita.

In precedenza era arrivato anche il comunicato ufficiale della Superlega. “La Super League Europea è convinta che l’attuale status quo del calcio europeo debba cambiare. Proponiamo una nuova competizione europea perché il sistema esistente non funziona. La nostra proposta è finalizzata a consentire allo sport di evolversi generando risorse e stabilità per l’intera piramide calcistica, anche aiutando a superare le difficoltà finanziarie incontrare dall’intera comunità calcistica a causa della pandemia. Fornirebbe anche pagamenti di solidarietà materialmente migliorati a tutte le parti interessate del calcio”.

I commenti opposti dei tifosi sulla Superlega

I tifosi delle tre squadre italiane sono contenti di questa decisione. “Un’iniziativa che andava contro i valori dello sport. “Era una Lega da vip ricchi”. “Contrario alla Superlega perché sarebbe diventato un circo di una cerchia ristretta di società che volevano aderire solo per motivazioni economiche”. Ma c’è anche chi sottolinea una necessità di rifondare il calcio nazionale ed europeo. “Il futuro del calcio è quello che si stava per determinare per via della pandemia che c’è stata”. “La Superlega era una buona idea, ma spero che non ci vadano di mezzo le società. Sarebbe stato belle vedere una NBA rivolta al calcio e avrebbe dato uno slancio al calcio di adesso”. Tutti comunque concordi sul fatto che alla fine “qualcosa dovrà inevitabilmente cambiare”.

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