Serie A, perché è importante l’accordo con CVC-Advent-Fsi

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“È importantissimo aver raggiunto un accordo su quella che è la valorizzazione del nostro calcio. Un’intesa che vale 1,7 miliardi ma che ora va conclusa. Chiuderla in questo momento storico, così drammatico e difficile per il nostro Paese, è la cosa che ci dà più felicità”. Le parole, prounciate dal presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, testimoniano di per sé l’importanza del voto favorevole, da parte dei venti club della Serie A di calcio, all’ingresso del consorzio di fondi CVC-Advent-Fsi nell’ambito della creazione di una media company per la gestione dei diritti tv. Un’operazione che è molto più di una boccata d’ossigeno in un periodo di stadi vuoti a causa del Covid e accordi in scadenza con le pay tv.

Qual è l’obiettivo di Lega Serie A

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Il sì ai fondi di CVC-Advent-Fsi determinerà, almeno secondo le intenzioni dei club di massima serie, l’apertura a nuovi sistemi di promozione del massimo campionato italiano, tanto nel Bel Paese quanto all’estero. L’ambizione è quella di rendere la Serie A un brand unico e immediatamente riconoscibile.

Il punto di riferimento, inevitabilmente, è la Premier League inglese, che grazie a politiche simili attuate in tempi non sospetti è entrata nella Top 5 della classifica dei tornei sportivi al mondo per introiti, con cifre sempre più vicine alle ricchissime leghe nordamericane (NFL, MLB ed NBA). Una ricchezza che ha permesso ai club d’Oltremanica di rinnovare le infrastrutture (numerosi sono gli stadi di proprietà, in Italia sono l’eccezione) e permettere anche alle cosiddette medio-piccole di poter competere a livello di mercato. Il risultato, nel corso degli anni, è l’aumento del livello generale del torneo e del conseguente appeal in patria e all’estero. Soprattutto in mercati emergenti, come ad esempio la Cina.

Nella stessa classifica dei tornei più ‘ricchi’, la Serie A italiana occupa il nono posto, con un terzo degli introiti del campionato inglese e poco più di metà rispetto alla Liga spagnola e alla Bundesliga tedesca. Serve quindi accrescere il valore del campionato, iniziando dai diritti tv (l’attuale accordo con Sky e Dazn per il mercato italiano è in scadenza) per compiere un circolo virtuoso ricalcando l’esperienza inglese. Inoltre, guardando all’immediato, i venti club potranno godere di una consistente disponibilità economica grazie ai fondi in arrivo dal consorzio. Un aspetto tutt’altro che da sottovalutare in tempi di crisi.

Scontato il voto unanime da parte dei club

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L’assemblea di giovedì è andata in scena all’Hotel St. Regis di Roma. Hanno partecipato in presenza il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, il numero uno della Lega Serie A Paolo Dal Pino, il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, l’amministratore delegato della Roma Guido Fienga e il presidente del Milan Paolo Scaroni. Altri rappresentanti hanno invece partecipato in videoconferenza.

Non è un caso che non ci sia stato un solo voto contrario all’accordo, in un mondo che solitamente vive di contrasti. A confermarlo, a margine della riunione, è Ferrero. “Abbiamo votato all’unanimità – ha detto -. È un ottimo risultato per il calcio, in questo momento non voglio dire tragico, ma molto particolare: abbiamo fatto un grande lavoro. Essendo un processo importante e non essendo noi abituati ad avere partner così importanti andremo a riverificare per la chiusura”.

Nell’immediato futuro anche un centro unico per i tamponi

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Al St. Regis, in ogni caso, non si è parlato soltanto di diritti tv. L’amministratore delegato di Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha infatti spiegato, a margine dell’incontro, che un altro tema di discussione riguardava la possibilità di uniformare a livello di strutture sanitarie i controlli per rilevare la presenza di contagi da coronavirus, ed evitare ‘pasticci’ come quello avvenuto recentemente in casa Lazio.

“La Federazione medici sportivi ci ha inviato questa mattina la prima versione del protocollo che ci consentirà di individuare l’azienda che completerà i tamponi a livello nazionale – ha detto De Siervo -. L’idea che ci sia un protocollo che ci aiuta a individuare questo centro di tamponi nazionale è un elemento di maggior forza del sistema”.

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