Josep “Pep” Guardiola lascerà la panchina del Manchester City nell’estate 2023. Ma non si tratta, a cinquant’anni, di un addio al calcio. L’allenatore ha le idee chiare: “Il mio prossimo passo sarà una squadra nazionale, se si presenterà la possibilità“, ha detto il Pep a un evento organizzato dalla Xp Investmentos, riporta il Guardian citando la rete televisiva Espn.
“Dopo sette anni con il City, penso che avrò bisogno di una pausa, mi prenderò una vacanza, farò un bilancio di quello che abbiamo fatto. E poi a quel punto – spiega Guardiola – mi piacerebbe allenare una squadra sudamericana, una b, partecipare alla Coppa America, vorrei fare quella esperienza”.
Una brutta notizia per i tifosi del City, che proprio in queste ore stanno aspettando di sapere come andrà a finire la trattativa per avere Cristiano Ronaldo. Dal 2016 siede su quella panchina, ha vinto tre Premier League, ma avuto anche momenti di cocente delusione, come alcune brucianti sconfitte in Champions League, l’ultima, la più difficile da accettare quest’anno in finale con il Chelsea.
Una sconfitta che da sé non può certo far parlare di un allenatore a fine carriera. Dopo la parentesi del Liverpool di Klopp, Guardiola ha portato nuovamente la Premier League ai citizen di Manchester. E lo ha fatto rinnovandosi, nel gioco e nell’approccio, più verticale, ma sempre all’avanguardia.
Il City è una società che non bada a spese, ma la rosa dei giocatori, seppur di ottimo livello, non è paragonabile a quella dei successi con il Barcellona o del Bayern Monaco di alcuni anni fa. Guardiola ha creato un gruppo solido e ha preso il meglio da fuoriclasse come De Bruyne e da altri innesti che si sono rivelati vincenti, come Ruben Dias in difesa.
Nemmeno il tempo di festeggiare ed è arrivata la sconfitta con il Chelsea di Tuchel. Eppure anche in questo caso, nella sconfitta, è stata dimostrata ancora una volta la centralità di Guardiola nel calcio degli ultimi anni. Tuchel, fin dai tempi in cui allenava il Mainz in Germania ha studiato quasi ossessivamente il calcio di Guardiola, ideando contromosse efficaci per contrastarlo
Perché, dopo la rivoluzione olandese degli anni Settanta e quella del Milan di Sacchi, Guardiola è un altro degli allenatori che più ha modificato il moderno gioco del calcio. Il falso nueve, il gioco di posizione, il tiki taka, il lavoro delle mezzali e dei laterali bassi per fare un esempio.
È vero: il Barcellona con cui ha conquistato due Champions League tra il 2008 e il 2011era una squadra stellare, con Messi all’apice della carriera, ma impose anche due giovani come Piqué e Busquets che diventarono rapidamente architravi della squadra.
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