Gigi Simoni è morto a Pisa all’età di 81 anni. L’ex allenatore, fra gli altri, di Cremonese, Inter e Napoli, da mesi versava in condizioni deficitarie e nelle scorse settimane aveva fatto rientro dalla clinica dove si trovava in cura per le misure dovute al Coronavirus. Il 22 giugno 2019, infatti, aveva accusato un malore mentre si trovava nella sua abitazione, venendo ricoverato d’urgenza nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Cisanello di Pisa. La moglie di Simoni, Monica Fontani, aveva poi rivelato che l’ex allenatore era stato colpito da un ictus.
Gigi Simoni, un uno sempre garbato
Gigi Simoni aveva cominciato la carriera nel Mantova, nel 1959. Non era un fuoriclasse, anche se la Juventus lo ingaggiò nell’estate del 1967, dopo aver a lungo trattato per l’acquisto di Gigi Meroni. Ma in bianconero non incantò e ritornò in fretta nella sua amata provincia calcistica, perché è qui che Simoni ha sempre dato il meglio di sé. Da tecnico ha legato il suo nome alle imprese della Cremonese del presidentissimo Domenico Luzzara: con i lombardi ha vinto pure un Torneo Anglo-Italiano a Wembley. Ha anche allenato Genoa, Pisa, Lazio Napoli, Torino.
Poi, alla fine degli anni ’90 l’avventura breve ma intensa all’Inter: una stagione e poco più, ma quante emozioni. Innanzitutto la gioia di poter allenare il più forte giocatore del mondo, cioè Ronaldo il “Fenomeno”, e poi l’orgoglio per aver conquistato la Coppa Uefa, dopo aver sconfitto in finale la Lazio. Di lui si ricorda in particolar modo la pacatezza e i modi buoni e gentili. Anche se un caso, isolato, avvenne proprio sulla panchina nerazzurra nel 1998: contendendo lo scudetto alla Juventus, Simoni fu espulso nel big-match dall’arbitro Ceccherini dopo veementi proteste causate dalla mancata concessione del rigore nel celebre e ancor oggi discusso episodio dello scontro Iuliano-Ronaldo. Roberto Scarpini, in telecronaca diretta, urlerà: “Simoni in campo! Simoni in campo! Simoni in campo, signori! L’Inter in campo!”. L’ultima squadra allenata è stata il Gubbio nel 2012, prima di concludere la sua vita sportiva nel 2016 come direttore tecnico della Cremonese.