Le ultime sono state 24 ore intense sulle Final Four degli Europei di calcio a Wembley. Se ieri, dopo l’uscita di Mario Draghi, la comunione d’intenti tra Italia e Germania era più una ricostruzione giornalistica, oggi è diventata un fatto. Angela Merkel, infatti, ha rilanciato le parole del capo del governo italiano, se possibile andando anche oltre. Prima Roma, poi Berlino. Obiettivo comune: non far disputare le semifinali e le finali di Euro 2020 a Londra. “La Gran Bretagna è una zona a rischio variante del virus”, ha detto la cancelliera tedesca. “Tutti quelli che arrivano da lì devono stare 14 giorni in quarantena e le eccezioni sono davvero pochissime. Io credo, anzi non credo, spero”, ha concluso, “che la Uefa agisca in modo responsabile. Non troverei positivo che ci fossero stadi pieni lì”.
Parlando di stadi pieni a Londra, Merkel entra a gamba tesa nell’accordo tra governo inglese e Uefa, che hanno trovato l’intesa per aumentare fino al 75% la capienza di Wembley (quindi oltre 65mila spettatori). Non solo per la finalissima dell’11 luglio, ma anche per le due semifinali del 6 e 7 luglio. Ricordiamo che appena una settimana fa la capienza del mitico impianto londinese era stata portata da 22mila a oltre 40mila persone per venire incontro alle esigenze dell’Uefa. Oggi l’ulteriore innalzamento, quasi in risposta alle pressioni nei confronti dell’Uefa da parte di Mario Draghi e Angela Merkel. Nel frattempo, non sono stati ancora forniti dettagli su come i tifosi dall’estero potranno partecipare senza doversi sottoporre a quarantena dopo l’arrivo a Londra.
Merkel, così, ha rilanciato l’uscita a sorpresa di ieri di Draghi, che ha assicurato un impegno per non far disputare le partite conclusive in Paesi con contagi in crescita. Molti hanno letto nelle frasi del presidente del Consiglio l’intenzione di provare a portare l’evento all’Olimpico di Roma. Le possibilità sono poche, anche perché pare che il piano B sia quello di fare ospitare eventualmente le Final Four all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. In questa guerra di posizionamenti non poteva mancare quello del governo inglese. Secondo un portavoce di Downing Street, il Regno Unito “non vede l’ora” di ospitare “delle fantastiche semifinali e una fantastica finale” e di “farlo in modo prudente e sicuro”. Per la prima volta la posizione è ufficiale ed è a nome del primo ministro britannico, Boris Johnson.
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