È stata festa grande in tutta la città di Napoli per la conquista della Coppa Italia numero sei nella storia del club azzurro. Una festa liberatoria, forse anche in parte dovuta ai mesi di “reclusione” per l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, che ha invaso le strade del capoluogo campano dopo la vittoria nella finale di Roma della squadra allenata da Rino Gattuso, contro la Juventus ai rigori. Il primo trofeo calcistico italiano di questo stranissimo 2020 (il primo in assoluto assegnato dopo lo stop dei campionati) ha un sapore molto particolare per i partenopei in uno stadio Olimpico vuoto.
Il primo tempo di Napoli-Juventus, finale di Coppa Itala 2020
Si comincia con Sergio Sylvestre che canta l’inno di Mameli senza tifosi e senza musica e l’emozione è così forte che il cantante s’inceppa. Stessa cosa si potrebbe dire a proposito del Napoli, che in avvio di finale trema due volte, quando un erroraccio di Callejon innesca Cristiano Ronaldo (destro roteante respinto con i pugni) e quando Bentancur scaglia forte dal limite con il pallone arpionato in due tempi. Scorrendo i minuti, però, il Napoli riesce a ribellarsi a un possesso senza storia, scuotendosi da una passività pericolosa: Insigne colpisce il palo su punizione, Alex Sandro sventa su incursione del capitano napoletano, Buffon ha riflessi prontissimi su Demme. E nel mezzo Meret anticipa in uscita Ronaldo, lanciato da Dybala in solitudine.
Nella ripresa viene decisamente fuori il Napoli
La Juve, per un po’, con tanti limiti, prova a guidare, ma poi si smarrisce in preda alla stanchezza e anche perché le individualità non abbagliano: Ronaldo appare “normalizzato”, Douglas Costa è impalpabile e Pjanic accademico. I lampi di Dybala non bastano a rischiarare il gioco. Per cercare una svolta, Sarri cambia schema: dentro Danilo, fuori Douglas e Cuadrado avanzato a centrocampo, Gattuso modifica invece il tridente inserendo insieme Politano, subito insidioso, e Milik che aggiunge peso ma ha sulla coscienza una buona palla gol. Tocca a Bernardeschi, ancora un rimpasto. Cambia poco, la Juve ormai è calata, l’ultima emozione prima dei tiri di rigore è azzurra: Buffon mura su Maksimovic, Elmas appena entrato colpisce il palo. Poi la sequenza: il Napoli non sbaglia un colpo, la Juventus viene tradita dal dischetto da Dybala e Danilo. Milik mette la parola fine. È apoteosi. Gattuso si porta a casa il suo primo trofeo da allenatore, pochi giorni dopo la dolorosa scomparsa della sorella. Per Sarri è la seconda sconfitta stagionale in gara secca dopo la Supercoppa Italiana contro la Lazio.