Calcio, l’Aic: “Occorre mettere in atto tutte le soluzioni per la ripresa”

Mentre in Francia il governo ha congelato la ripresa: “Niente Ligue 1 fino a settembre“, il futuro del calcio italiano resta ancora tutto da scrivere. Da una parte c’è chi, come il presidente della Lazio, Claudio Lotito, spinge per ricominciare da dove ci si è fermati, dall’altra, chi, come Massimo Cellino, vorrebbe invece mandare in archivio la stagione 2019/2020. Della querelle e del percorso da intraprendere nelle prossime settimane ha parlato il vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Umberto Calcagno.

Faccio fatica a pensare che ci siano presidenti a cui convenga non riprendere il campionato – spiega -. Il nostro mondo genera tanta ricchezza ma non soltanto per il calcio apicale. Abbiamo chi fa professionismo a livelli meno alti che ha bisogno che il grande calcio riparta. Abbiamo una grande responsabilità per le serie inferiori e il mondo dilettantistico. È giusto essere prudenti ma anche mettere in atto tutte le possibili soluzioni per la ripresa. Non sarebbe giusto che a rimetterci fossero i soggetti più deboli del nostro sistema”.

Aic: “Inspiegabile che chi gioca a calcio non possa allenarsi”

L’ultimo Dpcm, letto in diretta nazionale dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha disciplinato anche la ripresa delle attività sportive. Dal 4 maggio potranno tornare ad allenarsi gli atleti delle discipline individuali, sempre tenuto conto di tutte le norme di sicurezza previste, mentre solo dal 18 maggio sarà concesso farlo anche a chi pratica sport collettivi. Una decisione, questa, che non è stata compresa ed apprezzata dalla Aic.

C’è stato un malinteso per la ripresa degli allenamenti. Ci ha colpito il fatto che gli atleti delle altre discipline, anche se individuali, possano riprendere ad allenarsi dal 4 maggio mentre è inspiegabile che i calciatori non possano farlo anche se da soli. Indipendentemente dalla ripresa della stagione i calciatori hanno la necessità di tornare ad allenarsi dopo 40 giorni di inattività pressoché totale“, aggiunge Calcagno.

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