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Calcio, i tormenti della Figc su calendario e pubblico negli stadi

I dubbi sono tanti e fugarli è complesso. E neanche il Consiglio in Figc di martedì è riuscito a fare chiarezza sui temi di discussione di una stagione 2020/21 dai contorni ancora molto difficili da delineare. Ci sarebbero le date di partenza e di chiusura della Serie A (via il 19 settembre, chiusura il 23 maggio, secondo la proposta della Lega), ma l’ok della Figc deve ancora arrivare. Tutto il resto, poi, può riassumersi con una sola parola: incertezza.

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I temi caldi sono diversi: la gestione del calendario tra campionato, coppe e impegni della nazionale, il possibile ritorno del pubblico negli stadi, il protocollo di sicurezza per le squadre, per non parlare del grosso punto interrogativo legato alla Serie C e ai campionati femminili, giovanili e dilettantistici. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha provato a chiarire la sua posizione in merito.

Gravina: “Sistema di protocolli insostenibile, a rischio tutto lo sport”

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A margine del Consiglio federale, Gravina non ha nascosto i suoi timori: “Siamo preoccupati per l’idea che bisognerà agire su un sistema di protocolli che diventa assolutamente insostenibile – ha detto –, parzialmente per i professionisti e totalmente per i dilettanti. Siamo molto concentrati, attenti e impegnati per dare prospettive al mondo del calcio, ma senza interventi condivisi il calcio, anzi lo sport italiano, potrebbe subire lo smacco definitivo”.

Sulla questione legata al calendario: “Noi dobbiamo incastrare le date, lavorare su un progetto che tenga conto del campionato e delle competizioni internazionali di club e nazionali. Questi sono i momenti che dobbiamo conciliare. Sappiamo di avere una deadline legata al rispetto delle gare Uefa per consentire alla Nazionale di partecipare all’Europeo. La data proposta dalla Lega di A è del 19 settembre, ho preso delega per fare una riflessione generale perché voglio capire com’è articolato il campionato”.

“Riapertura stadi? Ci arriveremo se la situazione lo permetterà”

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Il presidente della Figc ha poi parlato della possibile riapertura degli stadi: “Abbiamo lavorato molto in questi giorni su quest’aspetto e sul protocollo base. Siamo molto preoccupati ma allo stesso impegnati nel proporre soluzioni ai nostri organi di governo, direttamente o indirettamente tramite il Comitato tecnico-scientifico. Siamo certi che arriveremo alla riapertura degli stadi, se la situazione sanitaria lo permetterà. Mi sembra un po’ ottimistica, però, la prima giornata come previsione”.

Assemblea elettiva Figc il prossimo 15 marzo. Forse

Nel 2021 si rinnoveranno le cariche federali. Sul tema, Gravina ha dichiarato: “È arrivato il parere della Corte d’appello, molto chiara e in linea con i principi e le regole stabilite. A prescindere dalla data ho mantenuto fede a quella statutaria del 15 marzo. Per ora è quella la data presunta”.

“Bisogna dire con altrettanta correttezza che nessuna delle componenti può votare prima del 1° gennaio 2021 – ha aggiunto Gravina -. Quindi tutte le componenti e gli organi ad esse legati vanno in rinnovo non prima di quella data e non prima della mia convocazione dell’Assemblea federale. Una prerogativa del Presidente alla quale non ho intenzione di rinunciare. Deciderò io data e convocazione ufficiale. Ad oggi rimane quella del 15 marzo da statuto”.

Ghirelli (Lega Pro): “Serie C a rischio, così non si regge”

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Gravina ha accennato nelle sue parole alla Serie C, ed è proprio il presidente della Lega di terza serie Francesco Ghirelli a lanciare un rumoroso allarme sulla sostenibilità del sistema delle società con meno risorse. “Bisogna tenere conto della situazione epidemiologica del paese, però se penso alla Serie C senza pubblico… speriamo che il governo approvi il credito d’imposta – ha spiegato il numero uno di Lega Pro -. Senza sponsor diventa drammatica la situazione per noi. Non si regge. La cosa è seria. Si rischia che la ripresa sia peggiore di quanto abbiamo sofferto quest’anno”.

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

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