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Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato la decisione del Consiglio federale che ha votato all’unanimità per il passaggio della giustizia arbitrale all’interno di quella federale, dopo l’arresto del procuratore capo dell’Aia Rosario D’Onofrio. “Non vogliamo assolutamente pensare di intrometterci nella gestione autonoma dell’organizzazione dell’Aia. C’è comunque qualche aspetto della giustizia domestica dell’Aia che non ha funzionato. Ho proposto al Consiglio federale di trasferire nelle competenze della nostra giustizia federale la cosiddetta giustizia domestica dell’Aia“, le sue parole.
E ancora: “Dall’1 gennaio 2023 fino al 15 dicembre l’Aia, con l’ipotesi di un commissario ad acta che è il nostro vicesegretario Antonio Di Sebastiano, dovrà adeguare i propri regolamenti. Avvieremo subito un processo di avviso pubblico per integrare gli organici. Tutti i professionisti coinvolti nell’Aia potranno partecipare al bando pubblico“, ha aggiunto Gravina.
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Sull’ex procuratore capo dell’Aia arrestato nell’ambito dell’indagine per traffico internazionale di droga Gravina ha precisato: “Oggi il Consiglio federale si è dedicato a un tema che ha creato imbarazzo e disagio all’interno del calcio, non voglio fare distinzioni. Il mondo del calcio è stato saccheggiato da questo episodio che presenta, come più volte sottolineato, ancora tantissimi lati da chiarire, moltissimi lati oscuri. Molti punti li ignoriamo e continuiamo a non comprendere e a non capire come alcuni fatti siano stati possibili. Per questo abbiamo chiesto gli atti agli organi della giustizia ordinaria e a tutti coloro che possono darci elementi per venire a capo e individuare eventuali responsabilità o errori all’interno di alcune procedure“.
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“Questa vicenda con questa dimensione è sicuramente su un altro pianeta, le avvisaglie sono state colte da noi con una denuncia molto chiara a luglio – ha aggiunto ancora il presidente della Figc -. Le indagini si sono concluse con un deferimento di questo procuratore e la prima udienza ci sarebbe stata il 25 novembre, quindi noi non abbiamo fatto sconti“.
E ancora: “La Figc ha colto le prime avvisaglie, un deferimento di un procuratore dell’Aia è di una gravità unica, noi lo abbiamo fatto senza sconti. Da oggi noi chiediamo massimo rigore nell’individuare i soggetti, non si può più sbagliare. Bisogna garantire la terzietà di questo organo, mettendo gli arbitri nelle condizioni di sentirsi liberi da qualunque peso“, ha sottolineato in conferenza stampa.
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Tornando al passaggio della giustizia arbitrale all’interno di quella federale: “Ho condiviso questa proposta con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, per dare una prima risposta. Sono contento per gli arbitri, perché sabato e domenica hanno dimostrato grandissima maturità e non sono stati scalfiti, fornendo un’ottima prestazione, a dimostrazione della loro integrità, professionalità e carattere. Gli arbitri in Federazione troveranno sempre massimo rispetto, sono intoccabili e non c’entrano nulla con questa vicenda. Ci sono responsabilità personali di un soggetto con degli aspetti ancora tutti da chiarire. Non spetta a noi, ma alla magistratura ordinaria. Una cosa è certa: al nostro interno, da oggi in poi, la verifica di alcuni requisiti sarà molto più puntuale e approfondita“, ha spiegato ancora il presidente della Figc.
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Quindi, Gravina ha parlato della possibilità di un commissariamento dell’Aia. “Capisco l’amarezza di Alfredo Trentalange. Lui è stato democraticamente eletto ed è legittimato a ricoprire il suo ruolo. Da più parti sono arrivate richieste di commissariamento e dimissioni, oggi non ci sono elementi oggettivi per un provvedimento così violento come il commissariamento. Se domani dovessero emergere delle responsabilità penso che sarà Trentalange per primo a fare un passo indietro. Sul piano umano, da parte mia, c’è un grande rispetto per la sua sofferenza, che è la stessa degli arbitri italiani“, ha concluso.
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