Matteo Bassetti, Andrea Crisanti e Fabrizio Pregliasco si sono prestati ad interpretare la rivisitazione di “Jingle Bells” dedicata al Natale sicuro grazie alla vaccinazione. “Sì sì sì vax, vacciniamoci. Se tranquillo vuoi stare i nonni non baciare”. Così aveva intonato l’inedito trio composto dal programma radiofonico un Giorno da pecora. Hanno fatto sorridere qualcuno, ma anche storcere il muso a molti i virologi e la trovata ha lasciato particolarmente amareggiato (per usare un eufemismo) anche il cantante Ultimo.
“Lasciate che a cantare e a tornare sul palco siano i cantanti e tutti quelli che lavorano con noi. Sono due anni che molti di noi non possono fare il proprio mestiere”, ha sbottato il 25enne romano in una storia Instagram indirizzata proprio ai medici protagonisti dello stacchetto. “Tornate negli ospedali a fare il vostro lavoro. Smettetela di andare in tv a fare i pagliacci e le star”.
Il riferimento, com’è noto, è al settore dello spettacolo duramente colpito dalla pandemia. Ultimo, pseudonimo di Niccolò Moriconi, come tutti i suoi colleghi, ha dovuto rinviare più volte il tour. Lo scorso agosto, di fronte all’impossibilità di tornare a fare musica dal vivo, il cantante aveva scritto: “Siamo fermi da 2 anni e abbiamo la necessità di tornare a fare il nostro mestiere, come sta succedendo in altri paesi del mondo”. Anche per questo il suo duro sfogo contro i virologi ha presto fatto il giro dei social; e non solo tra i followers di Ultimo stesso.
“Non vogliamo risposte personali. Le persone devono essere messe in condizione di lavorare dopo 2 anni, con scarsissimi aiuti da parte dello stato. Ciò che mi rattrista è che domani la macchina della propaganda e i comizi con le piazze gremite con 3/4mila persone senza tampone e Green Pass continueranno, mentre i concerti no. Credo che tutto questo agli occhi di un lavoratore dello spettacolo potrebbe suonare come una grande ingiustizia”. Fedez non le aveva mandate a dire a Giuseppe Conte quando l’ex presidente del Consiglio aveva risposto personalmente all’accusa del rapper sul fatto che “la propaganda non può venire prima delle persone”. Il riferimento era alla presenza di troppe persone durante i comizi del leader del Movimento 5 Stelle nello scorso settembre.
Anche Laura Pausini si era poi unita al coro dei tanti che chiedevano al presidente del Consiglio, Mario Draghi, il ritorno alla normalità anche per il mondo degli spettacoli dal vivo. La cantante aveva pubblicato sui propri profili social un appello firmato da moltissimi altri artisti. “Due anni di attesa. Di rispetto verso le istituzioni. Ora però non ci sono più ragioni. Il nostro lavoro è sempre più sottovalutato come parte integrante della società. Vogliamo rispetto. Subito…”. Laura Pausini, inoltre, aggiunse: “La musica è condivisione, speranza, gioia e salvezza. E la vita di moltissime persone che ora devono poter ricominciare a lavorare per vivere”, concluse la cantante con l’hashtag #Salviamolamusicalive.
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