Sanremo 2022: Mahmood & Blanco vincono Festival e scontro trigenerazionale

Era nell’aria, ma bisognava attendere l’ultima serata per scoprire se ci sarebbe stato un eventuale ribaltone. Che non c’è stato: il Festival di Sanremo 2022 è andato a Mahmood & Blanco con la loro ‘Brividi’. E si può dire senza temi di smentite che la kermesse di quest’anno, riassunta dalla lotta a tre del podio finale, sia una fedele diapositiva dell’Italia d’oggi.

Sanremo: un Festival, uno spaccato dell’Italia

Che Sanremo non sia solo una semplice per quanto popolarissima manifestazione canora non è una novità. Nei decenni ha spesso rappresentato uno spaccato della società italiana nel corso del tempo. Una “bolla” di qualche giorno, meno di una settimana, che però racchiude chi siamo, cosa cerchiamo, cosa vogliamo, cosa temiamo e cosa siamo diventati. Un fenomeno divenuto ancora più evidente con la pandemia, con il ritrovato seguito del Festival. Che da un lato ha incarnato l’esigenza di leggerezza degli italiani, dall’altro ha canalizzato soprattutto i messaggi e le voci che la gente voleva sentire.

E che in Italia viga sempre più uno scontro generazionale è noto da tempo. Negli ultimi anni, peraltro, questo scontro di fatto ha incluso una terza generazione. Lontana inevitabilmente dall’esplosività dei “boomers”, nati nei primissimi decenni del Dopoguerra e a cui si rivolge ancora la stragrande maggioranza della società italiana. Ma anche dal disincanto di quei “millenials” eterni giovani e ormai pronti ad essere superati da chi è più giovane di loro e inizia ad essere adulto. Il podio di Sanremo 2022, occupato in ordine d’età da Gianni Morandi, Elisa e i due vincitori Mahmood & Blanco rappresenta alla perfezione questo scontro.

Gianni Morandi e la positività del Boom economico

Gianni Morandi è il portavoce per antonomasia dell’Italia solare, ottimista, semplice ed energica che si rialzò dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un Paese povero ma via via sempre più felice, in grado di ricostruirsi dalle sue macerie e di regalarsi una società un po’ più coesa e vivibile. Il Paese in cui “farsi mandare dalla mamma a prendere il latte“, che buona parte della cittadinanza ancora ricorda e rievoca con rimpianto. E la sua ‘Apri tutte le porte’ presentata a Sanremo 2022, attualissima negli argomenti trattati, riassume e sublima tutto questo.

Una canzone briosa, con un pop che fa l’occhiolino al rock, e in cui si invita a reagire a tristezza, pigrizia e inerzia per sconfiggere “il male”. “Stai andando forte“, canta sul palco di Sanremo il Gianni nazionale, 77 anni compiuti lo scorso dicembre. E aggiunge “fai entrare il sole“, un ulteriore messaggio di grande ottimismo e fiducia. Forse fin troppo semplice e superficiale, ma sicuramente tanto autentico quanto genuino. Quel “Ce la faremo” che chi è cresciuto nel Boom economico ha vissuto per davvero, e non è riuscito a trasmettere fino in fondo ai giorni nostri.

Elisa: il talento che può vincere, ma non ci riesce

Poi abbiamo Elisa, la big di Sanremo 2022. Fermatasi, però, sul secondo gradino del podio. E la cantautrice triestina è un piccolo mondo antropologico a parte. Nata nel 1977 ed esplosa giovanissima, è schiacciata tra due microcosmi tutti italiani. Si colloca infatti a metà tra la famigerata Generazione X e i temutissimi Millenials. La Generazione X comprende chi era giovane e giovanissimo negli anni ’80 e ’90, e che il nostro Paese viveva come alieni veri e propri. Con una punta di fastidio e anche malcelato disprezzo. Che fosse punk o paninaro, modaiolo o proto-nerd, Elio o Ambra, poco cambiava. Ma quella fu l’ultima generazione a potersi realizzare, prima di perdere tutto. A differenza dei Millenials, appena più giovani, e già cresciuti con la crisi che esplose mentre diventavano adulti. Quelli che l’Italia dei boomers definì “bamboccioni“, e che ora sono invecchiati e in buona parte depressi.

Elisa si trova nel mezzo, e racconta queste due Italie che hanno sofferto, soffrono e non capiscono se là fuori ci sia qualcuno che le ascolti. Ha un talento innegabile, cristallino, una tecnica e una presenza invidiabili e a tratti da brividi. “Sarà che il tempo poi alla fine proprio non ci sfiora“, sembrano però cantare insieme a lei gli italiani dall’età vicina alla sua. Nelle sue note e nelle sue parole c’è un senso di malinconia, perdita, quasi rassegnazione. La felicità è “piccola“, la voglia di vivere è “stupida“. Sembra di ascoltare un esercito di trentenni e quarantenni di oggi.

La nuova Italia di Mahmood & Blanco si prende Sanremo

Poi ci sono i vincitori, Mahmood & Blanco. Il primo è nato nel 1992, e per un pelo è fuori dalla generazione dei Millenials. Il secondo addirittura del 2003, ed è un perfetto esponente degli Zoomer. Questi ultimi sono stati letteralmente invisibili per anni, ma improvvisamente l’Italia si è accorta di loro e del fatto che hanno energie e idee. Meno scoraggiati dei loro fratelli e cugini maggiori, hanno fiato nei polmoni e voglia di vedere la società cambiare. Tanto da presentare a Sanremo una canzone d’amore modernissima. Musica leggera e trap insieme, ha fatto discutere per i temi LGBTQ+ che include.

E così Mahmood, milanese figlio di un uomo egiziano, ripete il capolavoro del 2019. All’epoca vinse Sanremo con ‘Soldi’, in cui si parlava di integrazione. Ora lo fa dando una voce e un punto di vista nuovi al tema più sanremese di sempre: l’amore. È un’Italia che esiste e palpita, schiacciata dall’onnipresenza dei Boomers e il pessimismo senza soluzione dei Millenials. Ma che vuole emergere e prendere il sopravvento. E ci sta riuscendo. Il fatto che abbia vinto Sanremo, sbaragliando in casa propria il primo mondo e superato di slancio il secondo, lo testimonia.

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