“Ma com’è bello qui, ma com’è grande qui, ci piace troppo ma… Non è la Rai!”. Questa sigla accompagnò la prima stagione di un trasmissione televisiva cult di cui oggi ricorrono 30 anni dalla prima puntata. Ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo e diretto dallo stesso Boncompagni, andò infatti in onda lunedì 9 settembre 1991. Trasmesso prima su Canale 5 e poi su Italia 1, il programma durò quattro anni. Fu un vero e proprio fenomeno di costume degli anni Novanta. Vedeva come protagonisti del varietà i balletti, i giochi telefonici e le canzoni. Tutti eseguiti da un gruppo di ragazze adolescenti o poco più. La prima edizione del programma è stata condotta da Enrica Bonaccorti (con la partecipazione di Antonella Elia ed Yvonne Sciò). La seconda da Paolo Bonolis e le ultime due da Ambra Angiolini.
Nella terza e quarta edizione, in onda tra il 1993 e il 1995, Non è la Rai scopre dunque, tra le tante ragazze, il suo asso nella manica: Ambra Angiolini. In pochissimo tempo, la giovane romana diventa il volto più celebre e iconico del programma grazie alla sua energia, semplicità e sorridenti “Pronto”. È la prima esperienza nella conduzione per la giovanissima Ambra, che riesce a padroneggiare ospiti importanti e internazionali, giochi telefonici e momenti emozionanti tra lacrime, urla e risate. Un’icona per le ragazze di Non è la Rai, ma anche per tutte quelle che fuori dagli studi la considerano un modello a cui ispirarsi.
Ma il programma non ha messo in luce solo Ambra. Altre ragazze sono riuscite a conquistarsi ruoli durante la trasmissione e faranno poi carriera nel cinema, come Claudia Gerini, Nicole Grimaudo, Sabrina Impacciatore, Yvonee Sciò. Altre avranno fortuna in televisione, come Alessia Mertz, Antonella Elia, Maria Monsè, Antonella Mosetti, Alessia Mancini, Laura Freddi, Lucia Ocone, Miriana Trevisan. Mentre altre cambieranno strada come Ilaria Galassi, Francesca Pettinelli, Alessia “Terminator”.
Buona parte del programma era basata sull’esibizione di numerose ragazze che in playback interpretavano delle canzoni, di norma arrangiate dal musicista Stefano Magnanensi, con l’ausilio di voci prestate da alcune vocalist. Tuttavia, ad alcune era stato concesso di incidere i brani con la propria voce. Le canzoni erano, generalmente, grandi successi musicali dei decenni precedenti. Meno spesso venivano scritti dei brani appositamente per quel contesto. Talvolta venivano preparati dei duetti o canzoni di gruppo. Molte di queste incisioni venivano usate nelle serate in discoteca dove le piccole stelle della trasmissione presenziavano come ospiti, e vennero inserite nelle sei compilation pubblicate tra il 1993 e il 1995 e nei dischi delle tre che hanno potuto pubblicare dei dischi personali: Ambra Angiolini (“T’appartengo” è la più famosa), Pamela Petrarolo e Francesca Pettinelli.
A Non è la Rai, uno dei giochi principali era il Cruciverbone: un gioco già usato da Boncompagni nelle edizioni di Domenica in da lui dirette. Il telespettatore da casa, al telefono con Enrica Bonaccorti, doveva riempire orizzontali e verticali rispondendo alle domande poste. Inizialmente, il compito di animarlo spettò ad Antonella Elia e Miriana Trevisan. Indimenticabile la truffa smascherata da Bonaccorti durante la puntata del 31 dicembre 1991. Una donna di Bassano in Teverina di nome Maria Grazia chiamò per partecipare. Dopo aver risposto correttamente a quasi tutte le domande (ogni concorrente del gioco poteva indovinare un massimo di cinque parole), come quinta ed ultima opzione questa scelse il 96 orizzontale. Era una parola composta da sette lettere, nessuna delle quali già scoperta.
Mentre Enrica Bonaccorti stava commentando il fatto che la signora avesse scelto un termine piuttosto difficile da indovinare senza aver ancora letto l’indizio, costei (che forse confuse l’affermazione della conduttrice con la definizione dello stesso) diede la risposta esatta: Eternit. La presentatrice si arrabbiò con la concorrente (che venne squalificata), chiedendole come avesse fatto ad indovinare la parola in questione, pur non avendone sentito la definizione (che era Il nome del cemento-amianto) e senza lettere scoperte che potessero aiutarla, accusandola di aver commesso una truffa. La Fininvest sporse denuncia, affermando che avrebbe verificato se e come potessero essere fuoriuscite le risposte del gioco, e vi fu anche un processo, svoltosi a Viterbo.
Polemiche o non polemiche, il successo di Non è la Rai era testimoniato dal fatto che davanti agli studi televisivi ogni giorno si accalcavano centinaia di fan provenienti da tutta Italia, che cercavano di farsi fare autografi, fare delle foto, consegnare lettere o più semplicemente scambiare qualche parola con le piccole star del programma mentre entravano e uscivano dagli studi. Alcuni di essi erano soliti riempire i muri delle strade antistanti il Centro Palatino di Roma con messaggi indirizzati alle protagoniste del programma.
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