Oggi, sabato 27 marzo, si celebra la 60esima Giornata mondiale del teatro. Per molti lavoratori, questa data era segnata in rosso sul calendario. Il 26 febbraio scorso, infatti, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, aveva parlato di una possibilità importante per il mondo dello spettacolo: quella di riaprire teatri e cinema, in zona gialla, proprio a partire da questa occasione.
“Il confronto con il CTS e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, e l’accesso ai musei su prenotazione anche nei weekend”. Questo è quanto scritto su Twitter, un mese fa, dal ministro Franceschini.
Ad oggi, invece, con l’Italia divisa tra zone rosse e arancioni e la chiusura, prolungata fino al 30 aprile, teatri e cinema non riapriranno.
Ieri, venerdì 26 marzo, si sono svolte in alcune città italiane le proposte dei lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo. Nonostante le rassicurazioni sui ristori, il mondo delle teatro, come quello dello spettacolo più in generale, continua a vivere una grave crisi, che prosegue ormai da un anno.
Così, ad un mese dalle parole rassicuranti del ministro Franceschini, il mondo dello spettacolo si trova, per l’ennesima volta, a dover affrontare un altro periodo di chiusure. Tutto questo, senza una certezza su una possibile riapertura a partire da maggio, quando le misure restrittive, se la situazione sanitaria lo consentirà, potrebbero essere allentante in tutta Italia.
Non serve andare, però, molto lontano, per vedere che altri Paesi europei si stanno attivando per poter riportare ad una “semi normalità” tutto ciò che ruota attorno al mondo della cultura e dello spettacolo.
Lo scorso fine settimana, in Olanda, si è tenuto al villaggio di Biddinghuizen, vicino ad Amsterdam, un “concerto esperimento”. Qui, infatti, 1500 persone si sono ritrovate a far parte di un evento che, a vedere le immagini, ha ricordato gli spettacoli pre pandemia.
Per poterlo fare, tutti i partecipanti si sono sottoposti ai test 48 ore prima dell’evento. In seguito, 150 persone hanno fatto anche il tampone rapido poco prima dello spettacolo. Di queste, 26 sono risultate positive a Covid-19 e, quindi, non hanno potuto partecipare all’esperimento.
I soggetti che hanno partecipato all’evento sono stati divisi in tre gruppi. Ad ognuno è stato fornito un dispositivo di tracciamento, in grado di monitorare spostamenti, contatti e distanze.
Secondo quanto emerso, i risultati dell’esperimento olandese dovrebbero arrivare per fine aprile. Nel frattempo, tutti i partecipanti saranno sottoposti a tampone. Questo per capire se, nel corso dell’evento, sono stati esposti al rischio di infettarsi e hanno contratto Covid-19.
L’utilizzo dei tamponi rapidi e dei dispositivi di tracciamento potrebbe essere una prima idea per riuscire a far ripartire il mondo dello spettacolo, teatri e cinema compresi. L’unica certezza, al momento, è quella che ad un mese di distanza, l’ennesima speranza di una riapertura è sfumata. La 60esima Giornata mondiale del teatro, quindi, tra sconforto e attesa, non vede altro che i sipari nei teatri ancora abbassati. Ma anche le poltrone dei cinema vuoti e i locali chiusi. Oltre che i lavoratori dello spettacolo stremati da un anno di continue rassicurazioni e promesse che sembrano non avere mai un seguito reale.
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