Muore a 82 anni la critica d’arte
Lea Vergine

La curatrice e critica d’arte Lea Vergine è morta al San Raffaele a 82 anni. La donna è deceduta per complicazioni legate al Covid ad appena un giorno di distanza dal marito, Enzo Mari, ricoverato nello stesso ospedale. Nata a Napoli nel 1938 e nota all’anagrafe come Lea Buoncristiano, negli ultimi 50 anni Vergine ha avuto un impatto importante sul mondo dell’arte. Oltre ad aver collaborato con alcuni dei più importanti quotidiani italiani, tra cui “Il Manifesto” e “Il Corriere della Sera”, la curatrice ha pubblicato numerosi saggi sull’arte contemporanea e organizzato svariate mostre.

I contributi di Lea Vergine al mondo dell’arte

Grazie al libro “Body Art e storie simili: il corpo come linguaggio”, pubblicato nel 1974, Lea Vergine ha analizzato da pioniera la nascita e l’evoluzione di questa corrente artistica, raggiungendo una certa notorietà. Un’altra sua opera di grande importanza è “L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche”, pubblicata nel 1980, che ha dato risalto al contributo delle donne ai principali movimenti del Novecento. Tra le sue mostre più iconiche vale la pena ricordare “Trash. Quando i rifiuti diventano arte”, al MART di Rovereto, lo stesso museo in cui aveva curato “Il Bello e le Bestie” assieme a Giorgio Verzotti. Per la GAM di Torino, invece, Vergine ha ideato e curato il convegno “La cura dell’arte”. L’ultima opera “Necessario è solo il superfluo” risale all’anno scorso.

Il matrimonio con Enzo Mari

Negli anni ’60, la Lea Vergine conobbe il designer Enzo Mari e i due iniziarono a convivere a Napoli. Dato che erano entrambi sposati, la loro scelta suscitò un certo scalpore e vennero persino accusati di concubinaggio dai loro portinai. In seguito i due si trasferirono a Milano, divorziarono dai rispetti coniugi e si sposarono. Una scelta legata non solo al sentimento che li univa, ma anche alla volontà di evitare di evitare inconvenienti burocratici alla figlia Meta.

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