E’ partita la Mostra del Cinema di Venezia, giunta alla sua 77esima edizione, un evento che richiama ogni anno al Lido alcune tra le star più importanti del panorama italiano e non solo. Tra le prime ad arrivare c’è stata Tilda Swinton, che ha reso omaggio a Chadwick Boseman, scomparso recentemente, reduce dal cortometraggio girato con Pedro Almodóvar: la sua presenza sarà l’occasione anche per ricevere il Leone d’Oro alla carriera, che si aggiunge all’Oscar conquistato nel 2008. Diversi anche gli interpreti italiani che non mancheranno in questi giorni, come Pierfrancesco Favino, Monica Bellucci, Gianfranco Rosi, Emma Dante, Luca Guadagnino, Stefano Accorsi, Valeria Golino e Paolo Conte. La giuria è invece composta da Cate Blanchett, Matt Dillon, Veronika Franz, Joanna Hogg, Nicola Lagioia, Christian Petzold e Ludivine Sagnier.
Come è facile immaginare, l’organizzazione dell’evento ha subito modifiche legate alle norme di sicurezza che tutti noi siamo chiamati a seguire in questo periodo. Anche in questa cornice diventa infatti fondamentale evitare assembramenti e fare file in cerca di autografi, oltre a non poter assistere al tradizionale red carpet.
In occasione delle proiezioni i posti sono ridotti. L’accesso è consentito solo previa igienizzazione delle mani e misurazione della temperatura, oltre alla necessità di indossare le mascherine nelle aree esterne e in sala.
Anche quest’anno la madrina della manifestazione è una delle nostre attrici più amate: Anna Foglietta. L’interprete di “Distretto di Polizia” e “La mafia uccide solo d’estate” ha tenuto un discorso inaugurale incentrato sul difficile momento che stiamo vivendo, che coinvolge anche il mondo del cinema.
“La Mostra ha creato un protocollo di sicurezza nei minimi dettagli, e chiede al pubblico di essere attivo, per dimostrare che in Italia si può e si deve fare cultura. Fino a poco tempo fa pensavamo che ci saremmo abbracciati come non avevamo mai fatto. Ora siamo ancora in un limbo, una terra di mezzo dove la paura è ancora presente. Ma siamo qui a condividere un’esperienza insieme, a respirare, pur se filtrata, la stessa aria, in sicurezza. Questo festival può diventare un modello, si può fare. È un grande verbo, “fare”, è propositivo, è importante“.
Particolarmente toccante è stato il ricordo delle persone che hanno perso la vita a causa del Covid, unito però a un profondo ringraziamento nei confronti degli operatori sanitari che sono impegnati in prima linea ormai da mesi: “Quest’anno è stato l’anno degli invisibili e l’arte si è fatta più volte vostra portavoce – ha sottolineato la Foglietta – . Grazie a tutti coloro che lavorano a Venezia 77, a Venezia, a tutti i medici e paramedici che hanno vissuto un incubo. Voglio abbracciare i famigliari delle vittime del Covid: è stata dura. E forse lo sarà ancora. Ma il futuro non è scritto. E forse questa volta abbiamo non solo la facoltà ma anche il dovere di immaginarlo, e poi di costruirlo, il mondo che verrà.”
In questa edizione non poteva mancare un omaggio a uno degli artisti più importanti nella storia del cinema italiano, il “Maestro” Ennio Morricone. Il figlio del compositore, Andrea, ha diretto l’orchestra Roma Sinfonietta sulle note del Tema di Deborah dal film “C’era una volta in America” di Sergio Leone.
“Si tratta del tema più bello composto da mio padre per il cinema – sono state le sue parole a Fanpage.it -. Il brano, nella sua semplicità, è profondo. È un messaggio autentico di civiltà, in un momento storico in cui il progresso è esasperato: portare questo lavoro a Venezia ha un senso profondo, anche per il momento che il cinema sta attraversando”.
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