“Al mio segnale scatenate l’inferno”, questa è una delle frasi con cui viene spesso identificato Luca Ward, uno degli attori e doppiatori più noti, voce di Russell Crowe (celebre la sua interpretazione ne “Il Gladiatore”), Hugh Grant, Pierce Brosnan e Samuel L. Jackson, che si è fatto apprezzare dal pubblico per la sua versatilità. La sua voce profonda è ormai diventata un marchio di fabbrica e lo ha reso apprezzato dal pubblico femminile e non solo. Anzi, molto spesso sapere che sia lui a doppiare un interprete finisce per renderlo ancora più amato.
Questo è stato uno dei temi di cui lui ha parlato nella sua autobiografia, da poco uscita in libreria, dal titolo “Luca Ward: il talento di essere nessuno”
Luca Ward è nato a Ostia, in provincia di Roma, il 31 luglio 1960. Da ragazzo aveva sognato di diventare pilota, ma in breve tempo si è reso conto che il suo destino era un altro, seguire le orme del padre, Aleandro Ward. La sua è infatti una famiglia di doppiatori: anche il nonno, Carlo Romano, faceva lo stesso lavoro. Da giovane inizia così a studiare per far sì che questo possa diventare il suo lavoro, ma quando aveva solo 13 anni succede un evento inaspettato: il padre scompare e per lui diventa necessario iniziare a guadagnare qualcosa facendo il facchino, venditore di caramelle e benzinaio.
In tanti notano però sin da subito il suo talento e questo gli permette di ottenere i primi ruoli importanti. E’ stato lui stesso a raccontare all’Agi come sia nato tutto: “Ho cominciato a lavorare a 14 anni come facchino per portare soldi in famiglia dopo la morte prematura di mio padre Aleardo, attore come mia madre Maria Teresa Di Carlo, scelta anche da Fellini nel ‘Sayricon’. Sandro Bolchi chiedeva a mio padre: ‘Melo presti Luchino per una parte da ragazzino?’”.
Nonostante fosse riuscito già a fare le prime esperienze, l’artista aveva pensato di dedicarsi ad altro. Anzi c’è stato addirittura un periodo in cui è rimasto coinvolto in una serie di corse clandestine in moto a Roma: “I miei sono stati attori talentuosi ma sfortunati. Loro facevano fatica ad arrivare a fine mese. Per questo ho cercato di stare lontano dal mondo dello spettacolo perché il tuo destino è eccessivamente nelle mani degli altri. La bravura di un chirurgo o di un restauratore è un fatto concreto, quella di un attore dipende troppo dal giudizio degli altri”.
E invece è stata proprio la sua bravura a prevalere. Oltre all’attività da attore di teatro, infatti, è riuscito ad affiancare anche quella di doppiatore di molti tra gli interpreti stranieri più noti. Sono diversi i ruoli che ha fatto in prima persona che lo hanno reso popolare. E’ il caso del film “Chewingum” di Biagio Proietti nel 1984, oltre alle fiction “Le tre rose di Eva”, “Elisa di Rivombrosa” e “Capri” e della soap opera “Centovetrine”.
E’ stato inoltre lui a fare da voce narrante a “Ulisse – Il piacere della scoperta”, il programma condotto da Alberto Angela.
L’attore si è sposato una prima volta con con Claudia Razzi, anche lei doppiatrice italiana. Dalle loro nozze è nata Guendalina, che ha deciso di seguire le orme dei genitori. Il matrimonio si è però concluso dop ben 25 anni.
Ben presto, però, nella vita di Luca è entrata Giada Desideri, attrice classe 1973, che ha ottenuto la popolarità grazie a “Un posto al sole”, oltre ad avere recitato in fiction quali “Non lasciamoci più”, “Dio vede e provvede” e “Don Matteo 3”. La coppia, che si è sposata il 7 luglio 2013 in Campidoglio, ha due figli, Lupo, nato nel 2007, e Luna, nata due anni dopo.
Recentemente, ospite di “Verissimo”, Ward ha parlato della malattia di cui soffre la sua bambina, la Sindrome di Marfan. “Noi ci siamo trovati in guai seri con la pandemia perché Luna viene curata a Lione. A marzo 2020 doveva fare un corsetto nuovo, ma non ci è stato permesso di andare in Francia. Ora la curvatura della sua schiena è al 68% , mentre prima era al 32%. Lo stop delle cure ha provocato un aggravamento importantissimo. Ne parlo per fare capire quanto la ricerca sia importante.
La malattia è rara e solitamente colpisce gli organi che contengono tessuto connettivo come l’apparato scheletrico, gli occhi, il cuore e i vasi sanguigni, i polmoni e le membrane fibrose che ricoprono il cervello e la colonna vertebrale.
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