Da quarant’anni è fra le formazioni più accreditate nel panorama della musica contemporanea l’Ensemble Modern, con sede a Francoforte. Nell’ambito della rassegna “Happy New Ears”, diretto da Peter Tilling, l’ensemble aveva programmato da tempo una serata dedicata alla musica di Lucia Ronchetti, poi rinviata per l’emergenza Coronavirus. Ora finalmente il concerto avrà luogo giovedì 4 giugno alle ore 19.30 nella Großer Saal dell’Opera di Francoforte. E sarà sia dal vivo, con un pubblico limitato di 100 persone, sia in diretta streaming sul canale youtube dell’Ensemble Modern (https://www.youtube.com/watch?v=HlJ_VA3Y52E). Il concerto sarà introdotto dalla stessa Ronchetti, collegata in videoconferenza, che dialogherà con Konrad Kuhn, drammaturgo dell’Opera di Francoforte, un’occasione che conferma il forte legame artistico fra la compositrice romana e la Germania che continua ad accogliere molti suoi lavori (doveva debuttare proprio all’Opera di Francoforte lo scorso 18 aprile la nuova opera Inferno, tratto dal poema dantesco con un epilogo di Tiziano Scarpa, che a causa del coronavirus è stato riprogrammato a chiusura della stagione 2020-21).
“È una grande soddisfazione poter constatare che tre miei lavori di teatro musicale in concerto, commissionati da importanti istituzioni di Parigi, Colonia e Freiburg, sono ora ripresi dall’ Ensemble Modern, che da sempre eccelle proprio nella performance di lavori con aspetti teatrali” racconta Lucia Ronchetti. “Le loro interpretazioni metteranno in luce aspetti inediti delle partiture e segnano l’inizio di quello che il sogno di ogni compositore, assistere alla repertorizzazione dei propri lavori”.
Il concerto presenta tre lavori di teatro musicale strumentale che fanno parte del vasto catalogo creato dalla compositrice romana negli ultimi anni per questo genere, documentato anche dal suo ultimo CD Action Concert Pieces uscito per l’etichetta Kairos. Ogni lavoro implica una drammaturgia e gli interpreti rappresentano personaggi che operano sugli strumenti con tecniche estese e tradizionali, con una funzione sia esecutiva che teatrale. Il pubblico assiste alla trasformazione dell’interprete in personaggio e alla creazione della scena sonora. Gli unici elementi scenici sono gli strumenti stessi, i materiali che gli interpreti usano per produrre i suoni e la performance legata alla esecuzione.
Il concerto si apre con Cartilago auris, magna et irregulariter formata drammaturgia per pianista e due operatori del sistema interno del piano (2019). Due percussionisti si muovono intorno al pianoforte aperto, trasformando il suono prodotto dal pianista con diversi materiali, senza mai interromperne il flusso performativo. I musicisti impersonano il Dr. Johann Wagner e Carl von Rokitansky, i due famosi chirurghi viennesi che il 27 marzo 1827 realizzarono l’autopsia del sistema uditivo di Beethoven.
Secondo i due chirurghi, l’orecchio esterno era molto largo ed irregolare nella forma (Cartilago auris, magna et irregulariter formata). Il loro meticoloso reportage, in latino imperiale, rivela la ricerca di una spiegazione dell’enigma della trasmissione del suono e del meccanismo della percezione. Il piano aperto è concepito come un gigantesco e simbolico orecchio di Beethoven, analizzato dai due percussionisti, animato dai fantasmi acustici e sogni inauditi del grande compositore.
Segue la prima esecuzione assoluta della nuova versione per 12 strumenti di Le Palais du silence (2013, rev. 2019), drammaturgia da Claude Debussy. All’interno degli spazi immaginari del Palais du silence, titolo coniato da Debussy e mai utilizzato, trascorrono in veloce successione frammenti tratti da Le Vent dans la plaine, Des pas sur la neige, La Cathédrale engloutie, Jardins sous la pluie. La scrittura pianistica debussiana originale è rigenerata dall’interno dello stesso pianoforte, grazie a tre percussionisti che disposti intorno allo strumento trattengono la dissipazione dei suoni percussivi e rendono udibile il silenzio colorato della loro estensione, un silenzio apparente ancora indagabile per Debussy.
Il programma termina con Rosso pompeiano Scherzo per ensemble (2010) composto per i 25 anni dell’Ensemble Recherche. “L’ensemble – racconta la stessa Ronchetti – aveva richiesto un love song e io ho pensato di trasportarli in un mondo completamente diverso dal loro, come l’amore a volte può fare. Il pezzo è una trascrizione accurata di una travolgente esecuzione live della Rumba de scugnizze, un pezzo della tradizione napoletana esplosivo e coinvolgente, che descrive un mercato di strada dove alcuni giovani scugnizzi, scherzano con le donne del mercato. In un crescente vortice di eccitazione, i giovani rubano baci e carezze alle donne, mentre i venditori lanciano annunci su gamberi, scarola riccia, chiodi, santini, grattugie, battipanni, pizza con le alici, peperoni e olive. Le voci emergenti della venditrice e dell’intraprendente scugnizzo sono affidate al clarinetto e alla viola, in un rendering delle sfumature delle voci popolari del denso dialetto napoletano. Violoncello, pianoforte e percussioni rappresentano l’habitat ritmico e rumoroso della strada”.
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