Il richiamo del set è stato troppo forte per Sophia Loren, che a 86 anni è protagonista di un nuovo film, “La vita davanti a sè”, disponibile da oggi su Netflix. La pellicola trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Romain Gary. con la regia di Edoardo Ponti, il figlio dell’attrice. L’artista partenopea ha deciso di accettare questo ruolo proprio perché a dirigerla ci sarebbe stato proprio lui. Il ruolo che le è stato affidato è quello una donna che, all’epoca dell’Olocausto, si offre di dare un aiuto alle prostitute che non possono tenere i loro figli con sè.
Sophia Loren protagonista ne “La vita davanti a sè”
A 86 anni Sophia Loren ha deciso di tornare sul set ed è protagonista de “La vita davanti a sè”, film disponibile a partire da oggi su Netflix e diretto dal figlio, Edoardo Ponti. La storia è ambientata all’epoca dell’Olocausto a Bari, dove vive una donna (interpretata proprio dalla Loren), che decide di compiere un importante gesto di generosità: decide di ospitare a casa i figli delle prostitute che non hanno la possibilità di tenerli con sè.
Tra i piccoli accolti nell’abitazione c’è Momò, un bambino di origine africana con un carattere particolarmente difficile, ma che finirà per instaurare un rapporto di grande affetto con la sua “salvatrice”. Madame Rosè, questo è il nome della donna, mostrerà di non avere dimenticato la sofferenza vissuta da deportata nei campi di concentramento. Questo spingerà così il piccolo ad attaccarsi sempre di più a lei.
“La vita davanti a sè”: Sophia Loren e la proposta irrinunciabile del figlio
La profondità dei legami che si svilupperanno tra la protagonista e i suoi piccoli è stato l’elemento che ha spinto il regista a realizzare la pellicola: “È un romanzo che ho sempre amato – spiega Ponti – raccontato dal punto di vista di un ragazzino migrante. Ciò che mi ha colpito, e che mi ha convinto della validità e attualità della storia, è che sono ancora in tanti a giudicare immigrati e profughi come cittadini non di prima classe: passano loro accanto, in strada, ma li separa un mondo. Questa storia parla di empatia, ovvero dell’abilità di vivere nella pelle di un altro, di sentirla, di sapere come quella persona si sente a vivere la sua vita”.
Essere diretta dal figlio è stato proprio l’elemento che ha spinto la Loren ad accettare il ruolo: “Ho cominciato con registi come Vittorio De Sica e tanti altri prima di andare in America, e sentivo il bisogno di lavorare di nuovo con un regista italiano. E Edoardo è italiano, no? Capisco al volo il suo modo di parlare… (scherza, ndr), è strano… questo regista somiglia a mio figlio.... È stato bellissimo tornare a lavorare in Italia, mi manca tanto, mi manca soprattutto Napoli, che è sempre nel mio cuore”.
Un ruolo da Oscar per Sophia Loren?
Chi ha avuto la possibilità di vedere in anteprima la pellicola è rimasto particolarmente colpito dall’interpretazione di Sophia Loren. Proprio per questo c’è chi pensa che questa pellicola possa permetterle di ottenere una nomination agli Oscar 2021. Al momento non è stata presa alcuna decisione in merito a un’eventuale cadidatura dell’attrice, ma se questa dovesse essere confermata, lei avrebbe la possibilità di battere un importante record, attualmente detenuto da Henry Fonda per il divario più lungo tra prima ed ultima nomination.
La Loren ha infatti conquistato la statuetta nel 1962 (fu la prima attrice a vincere per un film in lingua straniera), per poi ottenere solo la nomination nel 1965 per “Matrimonio all’Italiana”. Nel 1991 è invece arrivato il suo secondo Oscar, quello alla carriera.