In occasione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo la loro canzone, “Amare“, si è classificata all’undicesimo posto, ma pubblico e critica ha apprezzato comunque La Rappresentante di Lista, band che si era presentata all’Ariston anche l’anno precedente. In quell’occasione avevano affiancato Rancore e Dardust nella serata dedicata ai duetti interpretando “Luce” di Elisa. La voce particolare aveva permesso loro di ottenere apprezzamenti importanti dalla maggioranza degli addetti ai lavori.
Da un’amicizia può nascere l’occasione per unire le forze e trasformare la propria passione per la musica in un’attività professionale. La Rappresentante di Lista, gruppo che ha partecipato recentemente al Festival di Sanremo, dimostra appieno come questo sia possibile. Il gruppo è infatti nato nel 2011 da un’idea di Veronica Lucchesi, cantante originaria di Viareggio, e Dario Mangiaracina, musicista siciliano. I due si erano conosciuti a Valledolmo (Palermo), in occasione delle prove per lo spettacolo teatrale “Educazione Fisica”, diretto da Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Qualche tempo prima lei aveva deciso di lasciare gli studi di Giurisprudenza e di trasferirsi in Sicilia per frequentare un corso di teatro di Emma Dante.
Il 20014 è l’anno che segna la svolta nella loro carriera: esce infatti il loro primo album dal titolo “Via di casa“, realizzato grazie alla collaborazione con l’etichetta Garrincha Dischi. Poco più di un anno dopo, nel dicembre 2015, esce anche il loro secondo disco “Bu Bu Sad“, a cui farà seguito la loro prima tournèe. Questo permette loro di esibirsi in diverse città del nostro Paese e di recepire chiaramente quanto il pubblico apprezzi le loro sonorità così particolari. È proprio in quel periodo che alla band si uniscono l’urbinate Enrico Lupi e la palermitana Marta Cannuscio.
Nel 2018 esce anche il loro terzo disco “Go Go Diva“, a cui gli artisti sono particolarmente legati. Questo lavoro è per loro “un invito a perdersi, a battersi, a spogliarsi e a cantare con tutta la voce che si ha in corpo”. L’approdo a Sanremo, nel 2020 nella serata dei duetti, e a marzo in gara, è quindi una naturale conseguenza della popolarità acquisita.
L’idea di assumere questo nome nasce da un’idea della Lucchesi. Nel 2011, infatti, la ragazza voleva votare fuori sede al referendum abrogativo che era stato indetto e arriva così a iscriversi come rappresentante fuori lista di uno dei partiti politici.
Il gruppo si autodefinisce “queer”. Cosa significa? Non è più il tempo delle definizioni. Come nella sessualità sfumano i confini dei generi, così nella musica. Queer è un termine che abbiamo preso in prestito dai ragionamenti sull’identità sessuale. Prima che venisse acquisito da chi negli anni ’90 lottava per i diritti della comunità LGBT, queer era l’equivalente del nostro ‘finocchio’. Oggi queer è sinonimo di ‘eccentrico’, ‘sui generis’, ‘strambo’. Questa non-definizione ammette la possibilità di cambiare, di trasformarsi” – hanno detto in un’intervista a ‘Repubblica.
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